Gianni Alemanno ancora in carcere, l’obiettivo e i protagonisti della petizione: “È combattivo, trovare un modo per accorciare la pena”

Gianni Alemanno ancora a Rebibbia: la raccolta firme in solidarietà dell’ex sindaco di Roma e una proposta di legge contro il sovraffollamento nelle carceri. 

Non si arresta la raccolta firme in solidarietà di Gianni Alemanno. L’iniziativa si chiama Ma non hai già sofferto abbastanza? e da quando è stata presentata, ad aprile, all’Hotel delle Nazioni a Roma, ha ricevuto centinaia di adesioni in tutta Italia.

Gianni Alemanno in un incontro pubblico prima di essere arrestato
Gianni Alemanno ancora in carcere, l’obiettivo e i protagonisti della petizione: “È combattivo, trovare un modo per accorciare la pena” (Ansa Foto) – notizie.com

L’ex sindaco di Roma dal 2006 al 2023 e ministro dell’Agricoltura nei governi Berlusconi I e II è recluso nel carcere di Rebibbia, dove sconta una condanna a 1 anno e 10 mesi per traffico di influenze illecite. E la sua storia unisce parti politiche solitamente lontane che sono d’accordo su un fatto: per Alemanno sono stati usati due pesi e due misure.

La petizione nasce da un’iniziativa bipartisan, che vede tra i primi firmatari Luigi Manconi, Roberto Giachetti, Piero Sansonetti, Francesco Borgonovo, Mauro Mazza, Annalisa Terranova. Per Nessuno Tocchi Caino ci sono Rita Bernardini, Elisabetta Zamparutti e Sergio D’Elia. Hanno aderito anche Franco Cardini, i parlamentari Marco Cerreto e Alessandro Amorese e il sottosegretario Claudio Barbaro. 

Massimo Arlechino (Indipendenza): “Alemanno non è un martire, ma violò le restrizioni per la passione politica”

Il nostro obiettivo? Nessuno. Solo la volontà di sensibilizzare chi di dovere a trovare un modo per accorciare a Gianni Alemanno questa pena”. A parlare con Notizie.com è Massimo Arlechino, presidente del Movimento Indipendenza e anche uno dei promotori della raccolta firme insieme con Bruno Tagliaferri e Nicola Colosimo.

La petizione “non vuole rendere Alemanno un martire. Ha le sue responsabilità. La revoca del provvedimento relativo alla pena alternativa è stata effettuata sulla base di violazioni che lui stesso ha riconosciuto. Ma tutte animate dagli impegni politici collegati in particolare alla guerra in Ucraina e altri temi nell’interesse degli italiani”. 

Gianni Alemanno, Massimo Arlechino alla presentazione del Movimento Indipendenza
Massimo Arlechino (Indipendenza): “Alemanno non è un martire, ma violò le restrizioni per la passione politica” (Ansa Foto) – notizie.com

Gianni Alemanno è stato arrestato nella notte di Capodanno dopo che gli è stata revocata la pena alternativa dei servizi sociali per non aver rispettato le prescrizioni. I giudici però, hanno deciso anche di non ritenere valido, ai fini dello sconto della pena, il periodo di quattro mesi di servizi sociali che aveva già scontato nella casa famiglia di Suor Paola, deceduta di recente.

A chi ha ottenuto la revoca dei benefici, per tre anni è preclusa la concessione di qualsiasi beneficio”, dice Arlechino. “Alemanno avrebbe finito di scontare la sua pena a ottobre del 2026″. Con la buona condotta può accedere allo sconto di 45 giorni ogni 6 mesi di detenzione. “Facendo i calcoli, la pena terminerà a giugno del 2026. Fino ad allora non sono previsti strumenti che possano farlo uscire prima”. 

Cosa prevede la proposta di legge contro il sovraffollamento nelle carceri

O meglio, pare che uno, seppur minimo, potrebbe esserci. Stiamo parlando dell’iniziativa di Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, e Roberto Giachetti di Italia Viva. Il deputato è autore di una proposta di legge che propone di portare da 45 a 75 giorni il beneficio della buona condotta.

L’iniziativa intende anche affrontare il tema del sovraffollamento, causa principale delle precarie condizioni di vita negli istituti detentivi. Ed ha trovato il sostegno del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha proposto di scendere i giorni da 75 a 60. “In quel caso, Alemanno guadagnerebbe un mese o due, e tornerebbe libero ad aprile o maggio”, spiega ancora Arlechino

Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti alla Camera
Cosa prevede la proposta di legge contro il sovraffollamento nelle carceri (Ansa Foto) – notizie.com

Intanto dal carcere l’ex sindaco di Roma sta scrivendo un libro e molto spesso sui suoi profili social vengono pubblicati i suoi diari. Racconti di sovraffollamento, condizioni spesso difficili per i detenuti, regole troppo rigide e qualche volta irrazionali. Tutti temi che abbiamo affrontato spesso su queste pagine, collegati in qualche modo anche a un altro problema: l’aumento dei suicidi nelle carceri.

Come sta oggi Gianni Alemanno

Lo sento un giorno sì e uno no via mail, perché c’è la possibilità di dialogare con questo mezzo”, racconta Arlechino ai nostri microfoni. “Lo incontro una volta al mese nei laboratori di Nessuno tocchi Caino a Rebibbia quando ci sono anche altri detenuti. Non possiamo parlare privatamente di cose particolari, ma mi fa piacere stare con lui e portargli un po’ di conforto. Lo rivedrò. sabato per un laboratorio. Sta bene, ma sta lì. Ed è molto combattivo sul piano della situazione carceraria che ha preso a cuore in maniera particolare”.

Per la storia di Alemanno, resta un po’ di amaro in bocca al presidente di Indipendenza: “È una persona sana, con una grande spiritualità. Non merita la sofferenza e il trattamento che sta patendo”. 

Arlechino a Notizie.com: “Per l’ex sindaco, una punizione eccessiva”

All’ex sindaco di Roma “non sono stati fatti sconti. Aveva svolto almeno quattro mesi di pena alternativa regolarmente. E malgrado gli mancassero pochi mesi, il Tribunale di sorveglianza ha stabilito che dovesse ricominciare la pena da capo: 22 mesi, e in stato di detenzione – commenta Arlechino – Una punizione eccessiva, forse, per un uomo a cui puoi dire tutto, tranne che abbia bisogno di essere rieducato. Non è alla stregua di un delinquente comune, come invece è stato trattato”. 

Il presidente di Indipendenza ricorda anche come per Alemanno “l’unico passaggio in cui c’era stata un po’ di benevolenza, era stata la pena alternativa nella casa famiglia di Suor Paola, che tra l’altro frequentava già prima. Faceva lezioni di italiano agli extracomunitari con puntualità, non ha mai saltato un appuntamento, a parte una volta per un’influenza”. 

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