Caso Vannacci, il procuratore De Paolis: “Il pensiero del popolino…”

Sul caso del libro scritto dal Generale Vannacci interviene il procuratore generale militare Marco De Paolis, che attacca il militare che tuttavia non rinnega a sua volta le parole scritte. “Più che opportuno togliergli l’incarico. C’è un problema di immagine per la Difesa”, afferma De Paolis al Corriere della Sera, aggiungendo che a suo avviso “alcune frasi mostrano una arretratezza culturale di qualche secolo”. Mentre cerca di sgombrare il campo: “Ho molti contatti nelle Forze Armate e non mi sembra un pensiero condiviso”. 

Nel suo libro Vannacci compie un’analisi molto dura della società in cui viviamo esprimendo opinioni personali che, nonostante la bufera mediatica, rivendica, e in rete sono molti ad essergli vicino. Nel frattempo, però, il militare è stato rimosso dal suo incarico. “Credo che l’allontanamento dal suo incarico sia stato più che opportuno”, commenta De Paolis.

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(Ansa)

Marco De Paolis, procuratore generale militare, intervistato dal Corriere della Sera spiega cosa pensa del libro del generale Roberto Vannacci. “Non l’ho letto. I disvalori contenuti in alcune sue affermazioni così in contrasto con i valori affermati nella nostra Costituzione mi fanno pensare che ci sia un deficit di formazione“, è il primo commento rilasciato al quotidiano di Via Solferino. Resta però il fatto che il generale non rinnega in alcun modo il suo scritto, anzi al contrario lo rivendica, sostenendo che si tratta di sue libere considerazioni e in quanto tali hanno diritto di essere espresse.

Ci sono profili di illegittimità nel libro di Vannacci? Risponde il procuratore generale militare

La domanda posta al procuratore riguarda quindi la possibilità che ci siano o meno profili di illegittimità nel testo da lui scritto, altrimenti tutto rischia di finire in un polverone mediatico teso a screditare le considerazioni del militare, ma che a conti fatti si ritorcerebbe contro a chi lo ha sollevato il medesimo polverone. Rendendo quelle idee non solo legittime, ma anche popolari e condivise sui social, oltre alla pubblicità indiretta alla stessa pubblicazione. “Se fossi ancora in primo grado, alla Procura militare, il libro lo leggerei. Ci potrebbero essere profili di diffamazione per qualcuno. O per l’istituzione stessa. È ovvio che c’è un problema di immagine per le Forze Armate e l’Esercito che va valutato“, dice De Paolis.

In tutto ciò, il generale Vannacci sostiene di aver parlato a titolo personale. “Non può nascondersi dietro la libertà di espressione come un privato cittadino qualunque. Se qualcuno lo ascolta è perché è un generale dell’Esercito, non Vannacci, che non lo conosce nessuno”, attacca il procuratore generale. Sullo sfondo, resta anche l’idea, affermata da più parti, che molti la pensino su molti argomenti di attualità come il generale: sicurezza, diritti, migranti, interessi della politica e dei grandi potentati internazionali, che dettano l’agenda setting, distanti dai bisogni e dagli interessi reali di cittadini e di elettori.

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(Ansa)

“Io credo, spero, di no”, risponde il magistrato su quella che l’intervistatore definisce “mentalità da caserma”. “Alcune frasi che ho letto mostrano un’arretratezza culturale di qualche secolo. Ho molti contatti con le Forze Armate e non mi sembra un pensiero condiviso. Forse lo è più nel cosiddetto ‘popolino’, fuori dalle caserme”.

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