Morte Vialli, Giannini: “Prima Sinisa, ora Gianluca. Troppo straziante, un dolore immenso”

L’ex capitano della Roma che con il campione ha giocato in nazionale: “Eravamo amici, un uomo straordinario e uno degli attaccanti italiani più forti di sempre”

Non è uno che ama parlare molto, figuriamoci se deve farlo per ricordare un uomo  e un compagno con cui ha condiviso tanto in nazionale e che adesso non c’è più. Giuseppe Giannini era legato a Gianluca Vialli, in nazionale, insieme a Mancini, erano i tre leader del gruppo ed erano anche molto amici. Poi la vita e le strade hanno preso percorsi diversi, ma sono rimasti ottimi amici. Nella nostra chat dei ragazzi di Italia ’90 non ci siamo detti nulla, sapevamo che stava male, lo sapevano tutti, ma quando ti rendi conto che non c’è più per davvero, fa male, un dolore immenso. Se penso che negli ultimi venti giorni se ne è andato prima Sinisa, e ancora mi devo riprendere, figuriamoci adesso con Gianluca. E’ tutto troppo straziante, un dolore immenso, un vuoto incredibile. Non è facile per niente, mi posso immaginare la famiglia a cui era legatissimo. Fa male, tanto”.

Il legame
Giuseppe Giannini e Giancluca Vialli ai tempi della nazionale di Italia ’90 (Facebook)

Tutto molto triste, un giorno complicato, anche e soprattutto per parlare e ricordare, ma allo stesso tempo, come sottolinea Giannini a Notizie.com, “Gianluca non era proprio la persona che avrebbe voluto così tanta tristezza, ma come si fa a non esserlo?“. Secondo l’ex capitano della Roma e giocatore della nazionale italiana, il compianto campione “era un ragazzo solare, sempre ottimista e sorridente, pronto a giocare e a fare qualsiasi cosa, poi però quando si doveva giocare e scendere in campo, si trasformava e trascinava tutti”. “Così eravamo in nazionale, così era anche alla Samp – ricorda Beppe Giannini – , non ci ho giocato insieme nel club, ma ci siamo affrontati tante volte e so quanto era maniacale nel prepararsi e affrontare le sfide difficili. E’ stato un guerriero in campo e nella vita, anche e soprattutto durante questa maledetta malattia”.

“Siamo cresciuti in tutte le nazionali, quando ci vedevano io lui e Mancio stavano insieme. Mitica quell’Under 21 e quella di Italia ’90”

Il ricordo
Giuseppe Giannini e Gianluca Vialli ai tempi della nazionale (Facebok)

L’Under 21 di Vicini e l’Italia che ha partecipato ai mondiali del ’90 sono due squadre mitiche. Lì Giannini, che giocava nella Roma, e Vialli e Manicni, diventavamo quasi un blocco unico: “Ci prendevamo ed eravamo uniti – ricorda Giannini a Notizie.com -, io e Gianluca, poi, eravamo un po’ quelli “scemi”, facevamo un po’ i matti e gli scapestrati, diciamo così, ma quando si doveva scendere in campo e richiamare l’attenzione eravamo anche quelli che prendevano tutto molto seriamente e ci trascinavamo il gruppo. Giocavamo a carte, mamma che discussioni, voleva vincere sempre, non c’era niente da fare, ma anche questo era il suo segreto e la sua arma”.

“Di aneddoti ce ne sono tanti – ricorda Giannini -, una volta, un po’ per gioco un po’ perché ci volevo provare, mi presentai in campo, prima di una partita con gli scarpini con i tacchetti di gomma, lui, preciso come pochi, se ne accorse e mi prese subito in giro: ‘ma che ti sei messo Beppe, ma dove va con quei tacchetti guarda che fai brutte figure’, io gli risposi ‘buono Gianlu che oggi ti segno’. Niente a fine primo tempo dovetti cambiare le scarpe perché stavo sempre per terra, lui, ovviamente, puntuale mi prese in giro e mi disse: ma non ci dovevi segnare?’. Gli volevo bene, non ci sentivamo spesso, ma gli volevo bene, tanto. E’ stato un grande giocatore e, anche se si dice sempre in questi casi, Gianluca è stato davvero un uomo meraviglioso, eccezionale, di quelli che non ti capaciti per quanto fosse bella come persona. Sono distrutto“.

“Ha precorso i tempi, è stato uno degli attaccati italiani più forti di sempre. Nessun dubbio”

Coppia gol
Vialli e Mancini la coppia d’oro della Sampdoria negli anni 90

Sul Gianluca Vialli giocatore, Giuseppe Giannini non ha alcun dubbio, anche perché pochi ne parlano, ma secondo l’ex giocatore della Roma e della nazionale italiana, Gianluca è stato uno dei più grandi attaccanti italiani della nostra storia”, quasi si arrabbia Giannini che non venga ricordato come tale: “Ha giocato in un’era dove c’erano dei grandissimi campioni e lui, a differenza di altri, primeggiava e ha primeggiato per anni. Aveva tutto potenza, eleganza e un incredibile senso del gol. Segnava in tutti i modi e da ogni posizione, facendo delle reti impossibili. Oggi e già da qualche anno, sento parlare di attaccanti che devono rientrare e partecipare alla fase difensiva, beh lui lo faceva già ai nostri tempi e con una straordinaria efficacia”.

“Un’altra cosa che pochi rimarcano è che se noi abbiamo fatto tanti percorsi in nazionale – ricorda Gianniniè anche perché lui segnava a raffica durante i gironi eliminatori. Dispiace un po’ che ai mondiali del ’90 dove arrivava da grande stella, ha sofferto un po’, non era super soddisfatto, nonostante per me abbia fatto un grandissimo mondiale. Era una nazionale dove tutti ci volevamo bene e pensavamo di riuscirci a vincere, poi non è successo, ma siamo stati comunque ricordati come una bella nazionale e l’emblema era lui per me. Giocatore pazzesco e leader incredibile. Un esempio vero. E ha fatto anche una gran carriera come allenatore, e anche questo non gli viene riconosciuto. Era un uomo eccezionale”

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