Crisi energetica e gas russo, Cingolani prova a rassicurare tutti

Le parole del Ministro della Transizione ecologica sulla crisi energetica che rischia di travolgere il nostro Paese con l’avvio delle sanzioni verso la Russia. “Ecco il piano per sostituirlo”. 

Cingolani
Il ministro Cingolani (Ansa)

“Stiamo comprando gas per riempire le nostre riserve, gli stoccaggi sono buoni e si va verso la stagione più calda. Per arrivare a razionamenti la situazione dovrebbe precipitare”. Dobbiamo prepararci a razionamenti? “Ma no. A differenza di altri Paesi, noi siamo in preallerta da un mese”, spiega Cingolani. “Monitoriamo giorno per giorno l’andamento delle forniture di gas”.

Queste le parole del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera che provato a dare rassicurazione gli italiani a proposito del tema dell’energia  e della difficoltà sopravvenuta a seguito dello scoppio della guerra in Russia e Ucraina.

La missione del governo di sostituire il gas dalla Russia

Oggi infatti uno dei principali fronti su cui si trova ad essere impegnato il governo Draghi e il ministero guidato dall’ex presidente dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova è proprio quello di rimpiazzare il gas dalla Russia, che copre circa il 40 per cento del fabbisogno totale del nostro Paese. 

“Noi abbiamo tre rigassificatori, alcuni lavorano a metà della loro capacità, quindi possono produrre più gas”, ha detto Cingolani. “Stiamo trattando per acquistarne altri due galleggianti. Per avere un’idea, solo loro possono fornirci 10 miliardi di metri cubi all’anno a fronte di un consumo totale del Paese di oltre 70 miliardi di metri cubi. Possiamo inoltre aumentare leggermente il prelievo di gas dai nostri giacimenti esistenti per ulteriori 2 miliardi di metri cubi”.

Il ministro ha tuttavia specificato che il vero nodo della matassa riguarda il prezzo del gas. Una realtà che “stiamo scoprendo in questi mesi a nostre spese”. “Lo scorso autunno, non l’altro ieri, il nostro Paese ha proposto acquisti comuni e stoccaggi comuni all’Europa per arginare la corsa dei prezzi. Con la guerra e le speculazioni la situazione è peggiorata e quindi abbiamo proposto poi un price cap europeo, un meccanismo di compensazione per attutire gli effetti del caro energia e della speculazione su imprese e famiglie”.

A questo punto la strategia messa in campo riguarda la collocazione italiana all’interno dei piani messi in campo dall’Unione europea per soddisfare il bisogno di approvvigionamenti alternativi di energia. “Forse ne siamo poco consapevoli, ma di questo si sta discutendo in Europa dove non siamo più il problema ma offriamo soluzioni“, ha ribadito Cingolani. “Dobbiamo ragionare sull’oggi per affrontare la crisi legata ai prezzi e alla guerra ma con lo sguardo sul lungo periodo”.

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