Il Papa scrive agli ex-lavoratori Embraco: la Chiesa in campo per il lavoro

Il dolore e la vicinanza di Papa Francesco ai lavoratori dell’azienda dello stabilimento torinese, rimasti da alcune settimane senza nulla in mano. 

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Il presidio dei lavoratori Ex Embraco in piazza Castello organizzato da Fiom, Uilm e Uglm Torino, in occasione del vertice organizzato dal Mise a Roma (Ansa)

Non è una novità che Bergoglio mostri la sua vicinanza al mondo del lavoro in generale e ai lavoratori. La stessa Dottrina sociale della Chiesa indica come il lavoro un aspetto fondamentale della vita dell’uomo e chiama la società ad occuparsene affinché questo resti sempre libero, giusto e dignitoso.

Meno usuale, ma sempre più frequente, è invece la vicinanza diretta di un Pontefice a uno specifico gruppo di lavoratori alle prese con una crisi aziendale che è appena giunta alla soluzione più dura. La fine della cassa integrazione e l’abbandona degli operai a una situazione senza prospettive.

La vicinanza del Papa agli ex lavoratori Embraco

Il Papa ha infatti inviato una lettera agli ex lavoratori Embraco, come ha reso noto l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, in cui esprime “la sua vicinanza” ai quasi quattrocento dipendenti che, dopo oltre quattro anni di lotte e manifestazioni di piazza, per tutelare quel posto di lavoro nell’azienda di Riva di Chieri, in provincia di Torino, poi entrata nel gruppo Whirpool.

A un certo punto infatti l’azienda deciso di cessare la produzione. Affermando di volere reindustrializzare ma senza mai attuare il piano, fino a giungere alla conclusione con le lettere di licenziamento. Dallo scorso 22 gennaio gli operai sono rimasti senza nulla in mano. Ma con le proprie famiglie da mantenere.

Francesco ha condiviso con loro “il tempo di ansia e di difficoltà” che stanno vivendo, assicurando “il suo ricordo nella preghiera”. Oltre che dando loro grande centralità nell’opinione pubblica. “L’impegno del Santo Padre è per noi un’iniezione di speranza”, ha così commentato Mons. Nosiglia, rivolgendosi agli operai ex Embraco.

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Aggiungendo che però si tratta anche di “un invito per tutte le realtà istituzionali ed economiche coinvolte”, e rinnovando la “richiesta a tutte le realtà che operano facendo riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, o che hanno concrete possibilità di offrire a un certo numero di lavoratori dell’ex Embraco la prospettiva di uno sbocco lavorativo”.

Le parole di Francesco sul tema del lavoro

Sono molti i contesti aziendali in cui in maniera sempre più decisa la Chiesa si sta schierando dalla parte dei lavoratori, mettendo non solo la faccia ma anche lanciato appelli e operando, quando possibili, con strumenti concreti per la risoluzione dei contrasti o per aiutare le famiglie dei lavoratori finiti in difficoltà.

È noto ad esempio l’impegno del Vescovo di Taranto, Mons. Santoro, referente della Cei per la pastorale sul lavoro, davanti alla crisi dell’ex Ilva, che ha seguito da anni la vicenda con appelli, lettere, convegni, incontri con i lavoratori. Ma sono molti altri i contesti in cui la Chiesa, anche su indirizzo di Papa Bergoglio, sta cercando di fare il possibile per offrire sostegno a coloro che finiscono vittima, anche in questo caso, della “cultura dello scarto” e della “globalizzazione dell’indifferenza” che Bergoglio ha messo al centro del suo Pontificato. 

Tante crisi aziendali rischiano infatti di creare proprio condizioni in cui i lavoratori rimangono ai margini, e il mercato del lavoro non riesce a ricollocarli o nemmeno a formarli. E non basta, aveva spiegato il Papa a Genova nel 2017, il “reddito per tutti”, ma serve il “lavoro per tutti”.

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(Ansa)

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“Il lavoro è una priorità umana, e quindi della Chiesa e del Papa”, e “non c’è buona economia senza buon imprenditore”, disse Francesco in quell’occasione, citando Luigi Einaudi e la Costituzione italiana. “Il lavoro va fatto bene”, e “il vero imprenditore conosce i suoi lavoratori, ne condivide le fatiche e le gioie”. Mentre invece “chi pensa di rivolvere il problema della sua impresa licenziando gente è un commerciante”, disse il Papa. “Oggi vende la sua gente, domani venderà la dignità propria”

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