Chi era Raffaele Fiore, è morto il “cammello”: l’ultimo brigatista che rapì Aldo Moro era libero nonostante l’ergastolo

Mai pentito né dissociato L’ultimo brigatista, così definito nel libro intervista che racconta la sua storia. Raffaele Fiore, ex esponente delle Brigate rosse, è morto oggi 29 luglio 2025 all’età di 71 anni.

È scomparso da uomo libero l’ex Br, dopo che nel 1997, tra le polemiche, ha ottenuto la libertà condizionata. Il tutto, dopo più di venti anni di carcere nonostante la condanna all’ergastolo. Raffaele Fiore ha infatti partecipato, tra gli altri delitti di cui è stato riconosciuto colpevole, al rapimento dell’onorevole Aldo Moro avvenuto il 16 marzo 1978 a Roma.

Raffaele Fiore, morto l'ultimo brigatista
Chi era Raffaele Fiore, è morto il “cammello”: l’ultimo brigatista che rapì Aldo Moro era libero nonostante l’ergastolo (ANSA FOTO) – Notizie.com

Nato a Bari il 7 maggio 1954, ha trascorso l’infanzia in povertà prima di emigrare nel nord Italia e trovare lavoro nella fabbrica Breda di Sesto San Giovanni. Lì ha conosciuto il sindacato ed ha aderito alla lotta armata che voleva la rivoluzione l’abbattimento dello Stato borghese. È quindi entrato nelle Brigate rosse scalando posizioni nella gerarchia ed è stato messo a capo della colonna torinese, una delle più attive.

Il suo nome di battaglia era Marcello, ma era soprannominato Cammello per i compagni. La sua prima azione è stata il ferimento del capo officina della Fiat Antonio Munari il 22 aprile 1977. A Torino ha messo a segno uno dei delitti-chiave degli anni di piombo.

Raffaele Fiore, il commando di via Fani

Il 16 novembre 1977 un comando composto da Fiore, Patrizio Peci (poi pentito), Pietro Panciarelli e Vincenzo Acella ha teso un agguato al vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno mentre rientrava a casa. Fiore ha sparato quattro colpi alla testa a Casalegno con una pistola Nagant 7.62 silenziata.

La rivendicazione alla sede torinese dell’Ansa recitava: “Qui Brigate Rosse, abbiamo giustiziato noi il servo dello Stato Carlo Casalegno”. Dopo pochi mesi, il 16 marzo 1978 in via Fani, un commando composto da una decina di Br ha ucciso gli uomini della scorta e sequestrato il presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro. Nel gruppo di fuoco, vestito con divise da aviatori civili, facevano parte Valerio Morucci, Franco Bonisoli, Prospero Gallinari, Mario Moretti e Raffaele Fiore.

Aldo Moro rapito dalle Brigate rosse
Raffaele Fiore, il commando di via Fani (ANSA FOTO) – Notizie.com

Secondo le ricostruzioni il suo mitra si è inceppato, impedendogli di colpire l’auto su cui viaggiava Moro. È stato comunque lui, insieme a Moretti, come ricostruito nel processo Moro Uno ad estrarre dall’auto Moro trasferendolo sulla Fiat 132 blu pronta per la fuga. Fiore è stato arrestato l’anno dopo, il 17 marzo 1979, in un bar di Torino. Dopo diciotto anni di prigione è approdato alla libertà condizionata lavorando a Sarmato, in provincia di Piacenza, per la Cooperativa sociale futura.

Si era sposato con Angela Vai, anche lei ex militante della colonna torinese e in seguito insegnante di danza terapia ai bambini. Ha vissuto con Vai fino alla morte di lei avvenuta qualche mese fa. Dopo la scomparsa della consorte, Fiore era tornato in Puglia dove è morto a causa di una malattia.

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