Euroscettico, ammiratore del presidente degli Stati Uniti tanto da essere definito il Donald Trump romeno: George Simion è ampiamente in vantaggio nel primo turno delle elezioni presidenziali in Romania.
A scrutinio pressoché completo, il nazionalista, leader dell’Alleanza per l’unità dei romeni (Aur), sta superando di gran lunga tutti gli altri candidati con il 40,5% dei voti. Al ballottaggio, che si terrà il 18 maggio, sfiderà con ogni probabilità il sindaco di Bucarest Nicusor Dan, secondo con il 20,89% delle preferenze.
Crin Antonescu, candidato della coalizione di governo, ha ammesso la sconfitta con il 20,34% dei voti. Bisogna ricordare che la Romania è tornata al voto dopo che lo scorso novembre la Corte costituzionale aveva annullato le elezioni per presunte pesanti interferenze russe. Allora vinse Calin Georgescu, ex funzionario secondo molti vicino al Cremlino, escluso dai giudici alle nuove elezioni. Simion ha quindi preso il posto di Georgescu nella coalizione.
George Simion, fervido sostenitore di Donald Trump
George Simion, 38 anni, si è dichiarato più moderato di Georgescu. Ha condannato l’invasione russa ma si è opposto all’invio di aiuti militari all’Ucraina, con cui la Romania confina. E vuole ridurre il sostegno ai rifugiati ucraini. È un fervido sostenitore di Trump, ed è apparso spesso con un cappello con il famoso slogan del presidente Usa Make America Great Again. Spera di diventare il presidente Maga della Romania, e potrebbe portare Calin Georgescu nel governo.
La sua elezione potrebbe portare ad un deciso cambio di passo nella politica estera romena, dopo che il Paese è stato un pilastro fondamentale della Nato, specie dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Undici candidati in totale si sono contesi la presidenza. Il 18 maggio si terrà un ballottaggio tra i due candidati in testa alla corsa. Alla chiusura dei seggi, circa 9,57 milioni di persone, pari al 53,2% degli aventi diritto, avevano espresso il proprio voto, con 973mila voti espressi nei seggi elettorali allestiti in altri Paesi.
Simion ha affermato che, nonostante i numerosi ostacoli, i rumeni “si sono ribellati” e “ci stiamo avvicinando a un risultato eccezionale. Sono qui per ripristinare l’ordine costituzionale“, ha detto Simion. Quest’ultimo aveva partecipato anche alle elezioni annullate di novembre, e in seguito aveva sostenuto Georgescu. “Voglio la democrazia, voglio la normalità. E ho un unico obiettivo. – ha spiegato – Restituire al popolo rumeno ciò che gli è stato tolto. Porre al centro del processo decisionale le persone comuni, oneste e dignitose“.
La Romania è attraversata da un momento complicato dettato dall’elevata inflazione, dal costo della vita elevato, da un ampio deficit di bilancio e da un’economia stagnante. Il malessere dei cittadini ha rafforzato il sostegno a figure nazionaliste come Georgescu.