Mancano ormai poche settimane all’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, ma la sua politica estera sta già influendo sugli assetti internazionali.
Una strategia precisa, semplice e per il momento efficace. Nella prova dei fatti si vedrà, ma l’orientamento di Donald Trump sta già spaccando la politica internazionale, Stati europei in primis. Meno aiuti a Kiev, cessate il fuoco in Ucraina, via dalla Nato se mancano le condizioni.
Ed è proprio su quelle condizioni che in queste ore si stanno scatenando politici ed analisi. Tanto che il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto: “È l’Europa delle burocrazie. Avanti così e Trump, col suo approccio sulla deregulation, ci travolgerà come uno tsunami”. In sostanza, il presidente eletto degli Stati Uniti ha sgomberato il campo, diretto come suo solito: “Se (gli alleati) pagano i loro conti e se penso che ci stiano trattando in modo equo, la risposta è assolutamente sì, resterei nella Nato”.
Insomma, la caduta di Bashar al-Assad in Siria causata dai ribelli, ha dato forza al ragionamento del tycoon. La Russia, indebolita dal protrarsi della guerra di aggressione in Ucraina, non è riuscita a contrastare efficacemente l’avanzata-lampo dei ribelli contro l’alleato siriano. Dunque per il presidente russo Vladimir Putin “dovrebbe pensare che è giunto il momento” di concludere il conflitto. “Perché ha perso – ha detto Trump – quando perdi 700mila uomini, è giunto il momento”.
Trump: “Zelensky vuole un cessate il fuoco, vuole fare la pace”
Sabato scorso, a Parigi, Trump ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, a dire del tycoon “vuole un cessate il fuoco, vuole fare la pace”. Più volte il presidente eletto ha ventilato l’ipotesi di ridurre gli aiuti militari a Kiev. A seguire, ha messo in gioco la Cina e i suoi buoni rapporti con il presidente Xi Jinping: “Troppe vite vengono sprecate senza ragione, troppe famiglie distrutte. La Cina può aiutare a trovare una soluzione al conflitto”.
Infine, la Nato. Da ricordare che il presunto progressivo avvicinamento di Kiev all’Alleanza Atlantica sarebbe tra i motivi dell’aggressione russa. Trump ha messo apparentemente nel mirino proprio la Nato, la cui immagine si è storicamente sovrapposta agli Usa, ma che in realtà ne é “solo” il principale sostenitore e finanziatore.
Il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti rimarranno nella Nato se gli alleati “pagano i loro conti”: “Se pagano i loro conti e se penso che ci stiano trattando in modo equo, la risposta è assolutamente sì, resterei nella Nato”. Il tema, più ampio, è quello della difesa comune e del fatto che l’Europa si è sostanzialmente affidata alla Nato per la propria protezione. Ma è una questione che investe direttamente l’Italia.
Il Ministro Crosetto: “Noi dobbiamo difendere l’Italia”
“Mi sono stufato di confrontarmi su tali temi come se fosse una richiesta bellicista. – ha commentato il Ministro Crosetto – Per Trump chi non contribuisce se ne deve andare o se ne andrà lui. Sono due anni che la Nato parla di 2,5 o 3. L’Italia deve affrontare seriamente il tema e non nascondersi dietro presunti obblighi perché lo chiede la Nato o Trump. Noi dobbiamo difendere l’Italia, preparati ad affrontare crisi anche dure. Italia e Spagna sono gli unici Paesi in ritardo sul 2%. Il mio Governo, ad oggi, è l’unico che, in sede Nato e Ue, non ha nascosto le difficoltà. Anzi ha chiesto di rivedere il patto”.
Per Crosetto una delle problematiche è che l’Europa “delle burocrazie, in mano a gente mai uscita dal raccordo anulare di Bruxelles” dovrebbe “scorporare le spese di difesa dal patto di stabilità, ma se non lo facesse, dovremo comunque decidere di investire di più, più velocemente possibile”.