Gabriele Pin, il doppio ex di Juve-Lazio: “Innamorato di Sarri. La Juve di Allegri è micidiale”

L’ex centrocampista gioca in anticipo la sfida dell’Allianz: “La Lazio cercherà di dominare il gioco, la Juve con fisicità e qualità non regalerà spazi. Rovella come me? Deve avere pazienza”

Con la Juventus ha esordito in serie A e vinto uno scudetto. Con la Lazio ha giocato sei anni, indossato con orgoglio la fascia di capitano e guidato i biancocelesti verso la rinascita dopo anni complicati. Gabriele Pin è il doppio ex di Juventus e Lazio. Una sfida che seguirà con attenzione dagli Emirati Arabi, dove lavora ormai da un anno. “Mi trovo bene, sono ormai quattro o cinque anni che lavoro all’estero ed ho imparato tanto. Adesso faccio un lavoro diverso, meno di campo, ma in pratica da supervisore tattico. Mi divido tra il campo e tra direttore tecnico. Un pò meno stressante, ma alla fine poi, come in tutti i ruoli, sono i risultati che contano”.

Gabriele Pin su Juve-Lazio.Il doppio ex gioca la gara dell’Allianz – Notizie.com

A proposito di risultati, oggi si affrontano Juventus e Lazio
“Due squadre alle quali sono legato. Alla Juve son cresciuto nel settore giovanile, ho esordito in prima squadra, ho vinto uno scudetto, una Coppa Intercontinentale. Il club che mi ha lanciato nel calcio professionistico. Ma la Lazio per me è la squadra alla quale sono più legato: sei anni, la fascia di capitano, la sofferenza nell’anno del meno nove, la gioia del ritorno in A, il derby di Di Canio: insomma, momenti indimenticabili”.

La Lazio di oggi ti piace?
“La Lazio mi piace molto: ho sempre stimato Sarri, un allenatore che sa fare giocare bene. Come tutti i maestri di calcio, ha bisogno di tempo per costruire la squadra, ma quando i giocatori memorizzano gli insegnamenti di questi allenatori, poi è un bel vedere. E’ chiaro che poi la differenza la fa sempre la qualità dei singoli, ma le squadre di Sarri hanno una loro fisionomia ben precisa”.

La Juventus che campionato farà? A cosa punterà Allegri?
“La Juventus non avendo le Coppe si concentrerà sul campionato ed avrà un solo obiettivo: vincerlo. Le Coppe portano via tante energie e punti: non farle rappresenta sicuramente un vantaggio non da poco. Anche se nelle dichiarazioni saranno più prudenti, sono convintissimo che punteranno al massimo. Al titolo. E credo che Allegri abbia a disposizione una squadra che può giocarsela fino alla fine”.

Quest’anno la Juventus ha ceduto alla Lazio Nicolò Rovella: stessa storia e stesso ruolo di Gabriele Pin. Vede similitudini?
“La Lazio ha un centrocampo funzionale al gioco di Sarri e mi piace molto. Rovella deve avere pazienza, perchè Sarri prima di mandarti in campo ti riempie di conoscenze, e non ti manda allo sbaraglio. Ma sarà sicuramente utile. I giocatori che sono arrivati mi piacciono molto ed hanno grandi potenzialità. Ripeto: serve pazienza, ma tra poco tra campionato, Champions e nazionali, ci sarà spazio per tutti. E sono sicuro che avranno tanto spazio alla fine. Discorso a parte per la Juve che invece, avendo solo il campionato non ha avuto bisogno di un centrocampo e di una rosa foltissima. Mi dispiace per la storia di Pogba”.

Allegri e Sarri, i due tecnici di Juventus e Lazio – Notizie.com

Che partita si aspetta Gabriele Pin?
“Credo che la Lazio cercherà di dominare il gioco, di prendere in mano il pallino della gara, come da suo Dna. La Juve è abile a ripartire, e sulle transizioni e le ripartenze la Lazio dovrà stare molto attenta. La Juve è pericolosissima, a volte micidiale sulle palle inattive, sulla fisicità. A volte i bianconeri non brillano per bellezza e qualità di gioco, ma hanno dei singoli importanti, con tanta qualità. Sarà comunque una gara equilibrata, tra due formazioni che giocheranno per lo stesso obiettivo”.

Lei a Roma è stato il capitano della Lazio che giocava allo stadio Flaminio. Lo sa che si continua a parlare di un possibile ritorno della Lazio in quell’impianto?
“Magari. Io non ho idea in che condizione sia e quanto sia la capienza. E’ chiaro che, chi sceglie di andare al Flaminio perde qualcosa in termini numerici e di incasso. Ma la sensazione che si viveva in quell’impianto era incredibile. Sentivi il fiato dei tifosi addosso, ti davano una carica incredibile e alla fine in un impianto così qualche punto in più lo porti per forza a casa”

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