Morte Andrea Papi, la famiglia sull’orsa: “Nessuna vendetta”

Morte Andrea Papi, la famiglia del runner ucciso da un’orsa ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Repubblica”

Intervista al padre del runner ucciso dall'orsa
Morte Andrea Papi (Ansa Foto) Notizie.com

In Trentino continuano le polemiche per la vicenda dell’orsa JJ4. Ovvero quella che, quasi due settimane fa, ha ucciso nel bosco il runner Andrea Papi. C’è chi spinge per l’abbattimento e chi, invece, non opta affatto per questa soluzione. Quest’ultimo è il pensiero proprio della famiglia della vittima. A spiegarlo sono i genitori del ragazzo, mamma Franca e papà Carlo che non potranno più riabbracciare il loro figlio ucciso in maniera terribile. Lo hanno ribadito in una intervista rilasciata al quotidiano ‘La Repubblica‘. Ricordiamo che l’animale, pochi giorni fa, è stata catturata nel suo habitat. In questo momento si trova al Castellar, in attesa della sentenza del Tar.

Si deciderà il prossimo 11 maggio. Il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha dato il suo definitivo “ok” per l’abbattimento di un altro orso: quello di MJ5. Nel frattempo il padre del ragazzo, Carlo Papi, manda un messaggio alle autorità competenti. Chiarendo la propria posizione: ovvero che quella di uccidere l’orsa non è la soluzione per la famiglia visto che la sua morte non potrà restituire il loro Andrea. Quello che chiede la sua famiglia è che, al ragazzo, vengano restituite dignità e soprattutto giustizia. Non eliminando l’animale visto che si tratterebbe di una soluzione “troppo comoda“.

Morte Andrea Papi, papà Carlo: “Uccidere l’orsa non ci darà indietro nostro figlio

Intervista al padre del runner ucciso dall'orsa
Funerali di Andrea Papi (Ansa Foto) Notizie.com

Dell’abbattimento dell’orsa non ne vogliono assolutamente sentir parlare. Quello che vogliono è che qualcuno possa assumersi le responsabilità della morte del povero Andrea: “A costo di fare un passo indietro rispetto al ruolo pubblico che ricopre“. Fa sapere che nessuno, fino ad ora, delle autorità si è fatto vivo per chiedere scusa alla famiglia e per spiegare come sia potuto accadere tutto questo. Nel corso dell’intervista ci tiene a ribadire che confida nel lavoro della Procura di Trento e nei suoi avvocati che hanno avviato le prime pratiche.

Il governo attuale della Provincia e lo Stato hanno il dovere di chiarire. Soprattutto se è stato fatto il possibile per garantire la sicurezza“. Poi la denuncia contro l’inesistente campagna di informazione sul tema riguardante gli orsi presenti nella zona: “Ci hanno lasciati ignoranti e tranquilli. Non hanno installato nemmeno i cassonetti anti-orso in tutti i paesi a rischio“. Poi sull’abbattimento dell’orsa: “Ucciderla non vuol dire fare giustizia. Vogliamo che qualcuno si assumi le proprie responsabilità“.

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