“Cercasi personale”, ma su 5 persone rinunciano il 3

E’ successo per davvero un ristorante cerca personale, ma le rinunce aumentano sempre di più: la replica del proprietario.

“Si scrive sacrificio, si legge schiavitù” queste erano state le parole di Alberto un cameriere di Falconara che qualche tempo aveva appunto parlato del lavoro e dei turni che non corrispondevano in modo giusto a quanto poi era la paga di fine mese.

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Ristorante, Notizie.com

Oggi, la replica arriva proprio dagli stessi ristoratori e in particolare dal titolare della trattoria La Moretta, che senza peli sulla lingua afferma: Mi dà fastidio sentire dire che le persone non vengono pagate. La gente seria, e io mi reputo in questo modo, danno 15 stipendi al mese. Qui tutti i mesi lo stipendio va di 1.300 ai 1.600 euro in base alla categoria. Le mensilità sono 14, che non sono poche. C’è anche il Tfr, che dopo un certo periodo diventa come uno stipendio e poi le ferie, oltre a tutto quello a cui il lavoratore ha diritto. Di cosa si lamentano i ragazzi? Credo vogliano la botte piena e la moglie ubriaca, come si dice ad Ancona”.

Delle parole davvero molto dirette che in un certo senso smentiscono, almeno in parte quello che lo stesso Alberto aveva palesato e ancora: “Vogliono il part-time senza alcuna identità, hanno tutti meno voglia di quanta ne avevo io da giovane. Si vuole lavorare poco e godersi di più la vita, io non la vedo così”.

Ristorante replica alle accuse di paghe misere e troppo lavoro

Proprio cosi, il titolare di questo locale che si trova ad Ancona non ci sta e replica in modo piccato alle parole di Alberto, il cameriere che proprio nei giorni scorsi aveva ammesso di ricevere uno stipendio fin troppo basso per il tanto lavoro che lui e i suoi colleghi fanno all’interno dei locali.

Ristorante, Notizie.com

Dello stesso avviso anche Laura Campanella del Caffè Giuliani,  che commenta: “E’ vero, si fa fatica a trovare anche professionisti, su 5 che chiedono lavoro diciamo che ne rinunciano 3. E’ vero che il lavoro è faticoso, ma è anche gratificante perché stando in mezzo alla gente le ore passano bene. Non è solo “massacro”. 

Una considerazione importante la sua che poi sempre nel suo racconto ammette come fin dai primi colloqui la domanda che arriva subito da parte di chi cerca lavoro è di capire a quanto ammonti il guadagno e ancora: “Quanti sono i giorni liberi. Da noi si riceve la busta paga di un contratto nazionale, poi bisogna vedere se la persona è apprendista e l’età che ha. Ci sono molte cose da guardare in base a chi chiede lavoro, ma un giorno libero a settimana c’è sempre e le ore sono quelle standard tra le 6 e le 7 giornaliere con la pausa pranzo”.

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