Crolla la fiducia verso il premier Draghi: la bomba del sondaggista

I numeri del sondaggista mostrano una realtà rimasta finora in ombra, riguardante il rapporto dell’opinione pubblica con l’attuale premier. Che non è di certo rose e fiori. 

draghi
(Ansa)

Gli italiani “sono arrabbiati con Draghi. Lo avevano sopravvalutato”. La sentenza del sondaggista Antonio Noto è netta, e la realtà che si ha davanti è quella di un “lento e inesorabile” declino del livello di fiducia degli italiani nei confronti di “Super Mario”, l’uomo arrivato a Palazzo Chigi con le larghe intese per risolvere i problemi di una situazione altamente critica, a causa della pandemia, ma che oggi lo è ancora di più con il sopraggiungere del conflitto ucraino.

Tutti i numeri emersi dal sondaggio di Antonio Noto

Il problema, per il sondaggista intervistato dal quotidiano La Verità, è anche da ricercare nel fatto che fin dall’inizio gli era stata attribuita una capacità di cambiamento ben superiore alla realtà. L’invio delle armi in Ucraina non ha poi giocato a suo favore, visto che la maggioranza degli italiani si dice contraria. La collocazione data dall’Istituto demoscopico NOTO sondaggi è al 48 per cento, con ben 8 punti percentuali lasciati per strada in un solo anno.

Insomma, un dato ancora abbastanza alto, ma una decrescita piuttosto significativa. Seppure però gli italiani non addossino a Draghi le colpe per quanto si sta verificando in tutto il mondo, sono estremamente preoccupati per la situazione in Italia, tra rincari delle bollette e quelli dei generi alimentari fino alle crisi nel lavoro e alla perdita del valore d’acquisto dei propri stipendi, talvolta in diminuzione anche in valore netto.

Il rischio futuro, per Noto, è quello di un vero e proprio cortocircuito. In cui ci si chiede cosa accadrà a ottobre/novembre. Per esempio, nel caso di razionamenti di elettricità e gas oppure di una nuova ondata di emergenza sanitaria. La guerra in sé per sé preoccupa insomma meno del resto, visto che solo il 4 per cento degli italiani ritiene che ci si stia avviando verso una conclusione. Nonostante ciò, la preoccupazione per la sicurezza nel nostro Paese è in calo. Ma i contrari all’invio di armi in Ucraina crescono di giorno in giorno.

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