La Ue avverte WhatsApp: “Serve più trasparenza”

L’azienda è chiamata a rispondere dalla Commissione europea sulle condizioni di servizio e sulla politica sulla privacy 

L’azienda proprietaria del più famoso servizio di messaggistica al mondo è stata chiamata a rispondere alle questioni ancora irrisolte in merito agli aggiornamenti delle condizioni di servizio e alla politica sulla privacy e a informare chiaramente i consumatori sul suo modello commerciale.

Whatsapp nel mirino dell’associazione consumatori –

In particolare, WhatsApp è invitata a indicare in che modo intende comunicare eventuali aggiornamenti futuri delle condizioni di servizio e a farlo in modo tale che i consumatori possano facilmente comprendere le implicazioni di tali aggiornamenti e decidere liberamente se desiderano continuare a utilizzare il servizio anche dopo averne preso visione.

La richiesta dell’associazione consumatori

L’8 giugno scorso, la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (meglio nota con l’acronimo di CPC), d’intesa con la Commissione Europea, ha inoltrato una lettera formale a WhatsApp per chiedere di prendere una volta per tutti i provvedimenti richiesti. “WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che accettano e come i loro dati personali sono utilizzati a fini commerciali, in particolare per offrire servizi a partner commerciali“, dice Didier Reynders, Commissario per la Giustizia, Ribadisco che mi aspetto che WhatsApp rispetti pienamente le norme dell’Ue a tutela dei consumatori e dei loro diritti fondamentali.”

Una prima lettera di richiesta chiarimenti era andata a vuoto

Una prima lettera era stata inviata nel gennaio 2022 dall’Organizzazione Europea dei consumatori (BEUC), portata poi avanti dalla Commissione, in quanto diversi aggiornamenti delle condizioni di servizio effettuati nel 2021 erano risultati problematici per i consumatori. In risposta, WhatsApp aveva provato a dimostrare di aver fornito agli utenti tutte le informazioni necessarie in merito a detti aggiornamenti, anche mediante le notifiche dell’applicazione o del suo centro di assistenza. Le informazioni però sono state fornite da WhatsApp in modo insistente e sono state considerate insufficienti e fonte di confusione per gli utenti. Nella lettera, inoltre, si indicava alla società la fine di febbraio per indicare alla Commissione e alle altre autorità coinvolte quali impegni concreti la società stesse attuando per far fronte alle contestazioni sollevate.

Nella nota di protesta la BEUC conclude esortando le autorità ad intervenire: “La denuncia del BEUC sul diritto dei consumatori è separata da questo controllo in corso, ma chiediamo anche alle autorità di protezione dei dati di accelerare le loro indagini. Esortiamo la rete europea delle autorità per la tutela dei consumatori e la rete delle autorità per la protezione dei dati a lavorare in stretta collaborazione su tali questioni”.

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