Per Speranza l’eutanasia è libera e gratuita, ma sul Covid nessun diritto

Per il ministro della Salute non vanno implementate le cure per il Covid ma allo stesso tempo lo Stato dovrebbe pagare i farmaci a chi richiede l’eutanasia. 

speranza
(Ansa)

Il quotidiano La Verità attacca duramente il ministro Speranza, sostenendo che il titolare di Lungotevere Ripa “prima imponeva protocolli sbagliati, e adesso parla di diritti”. La critica del giornale diretto da Maurizio Belpietro alla sinistra progressista è legata al fatto che lo stesso impegno profuso su tematiche come i diritti lgbt, con Repubblica che ha sposato pienamente il Gay pride di Roma celebrandolo in prima pagina, non viene altrettanto riversato a coloro che ad esempio sono stati messi in difficoltà per non avere aderito alla campagna vaccinale contro il Covid.

“Quando c’era da bastonare i no vax o da sostenere la segregazione sanitaria, i nostri tifosi dei diritti erano in prima fila a invocare il pugno di ferro”, scrive Francesco Borgonovo, spiegato che i rappresentanti della sinistra italiana “sul dissenso rispetto alla linea del governo si sono accaniti non poco”.

L’attacco del quotidiano La Verità contro il ministro

Ma se la linea editoriale dei quotidiani di sinistra o la posizione dei loro esponenti resta comunque per la testata di destra pur legittima, seppure criticabile, meno accettabile sarebbe a loro avviso il comportamento tenuto dal ministro Roberto Speranza. Il ministro infatti ha inviato una lettera al quotidiano La Stampa in cui difende un uomo tetraplegico marchigiano che chiede di potere usufruire del suicidio assistito.

Il noto paziente, di nome Mario, da tempo sta conducendo una battaglia mediatica per la sua volontà di morire, fino a che lo scorso novembre l’Asl delle Marche ha deciso di venire incontro alla sua richiesta acconsentendogli l’eutanasia. Con le autorità sanitarie che lo scorso febbraio hanno indicato il farmaco da somministrare all’uomo per la sua morte. 

Il problema però, oggettivo, è che nel Parlamento italiano è ancora in discussione la legge sul fine vita, per questo non esiste alcuna normativa ad affermare che le istituzioni possano fornire gratuitamente questo tipo di “farmaci”, per cui l’uomo dovrebbe provvedere ad acquistarseli privatamente, al costo di 5mila euro circa. 

Nella sua lettera Speranza sostiene che la legge sul fine vita non sarebbe più “rinviabile” e che Mario non dovrebbe quindi pagare il suo farmaco. Sostenendo che “il governo, laddove ve ne sia bisogno, non farà mancare un tempestivo chiarimento e intervento”. “Insomma, anche se manca ancora una norma approvata dalle Camere, bisogna che il diritto al suicidio assistito sia garantito”, commenta Borgonovo.

“Secondo il ministro gli italiani hanno diritto a disporre liberamente del proprio corpo soltanto se intendono abortire o farla finita”, attacca Borgonovo, ricordando che Speranza “ha institio per mesi con i protocolli Covid basati su Tachipirina e vigile attesa”, oltre ad avere “ignorato scientemente i piani pandemici e le cure disponibili per il coronavirus”, insistendo con “le mascherine in classe e le dosi a ripetizione per i bambini”.

“Per quale motivo il ministro non scrive letterine anche a coloro che hanno subito gli effetti avversi delle iniezioni anti-Covid e da fin troppo tempo chiedono aiuto”, conclude il giornalista, spiegando che “da queste parti, la morte va garantita, la sopravvivenza un po’ meno”.

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