Davos, l’ammissione di Moderna sui vaccini: “La gente non li vuole più”

Durante il summit di Davos si è provato a mettere in guardia dal fatto che l’emergenza pandemica non sarebbe ancora finita. Nel mentre, però, c’è la questione economica dei vaccini in esubero. 

vaccini
(Ansa)

L’amministratore delegato di Moderna, Stephane Bancel, ha infatti ammesso in uno dei panel del World Economic Forum che sta andando in scena a Davos che la sua azienda sta per buttare 30 milioni di dosi di vaccino. La ragione? “Nessuno li vuole”. “Non abbiamo più un problema di disponibilità di vaccini del mondo”, ha spiegato Bancel, aggiungendo che tuttavia quello che si sta verificando è “un grosso problema di domanda”. 

La parole dell’Ad di Moderna a Davos

“Stiamo cercando di contattare tutti i governi, la Vaccine Alliance ha stimolato la domanda in tutti i Paesi”, ha spiegato l’Ad, specificandco di avere contattato anche tutte le ambasciate straniere a Washington. La confessione ha così colto tutti alla sprovvista nel bel mezzo di una discussione proprio sulla richiesta di vaccini nel mondo e ora la domanda resta legata a cosa ne farà davvero l’azienda di tutti questi vaccini in eccesso.

La soluzione escogitata dal concorrente di Moderna, Pfizer, è quella di “regalarli” ai Paesi poveri, ma non senza nulla in cambio. La richiesta è quella di ospitare le nuove fabbriche nel loro territorio in cui produrre altri vaccini da esportare in tutto il mondo, anche nei territori più remoti e irraggiungibili, come ha annunciato il Ceo Albert Bourla in un altro panel, sempre a Davos, insieme a Bill Gates, mentre insieme lanciavano un accordo “per un mondo più sano”.

Accordo frutto di una strategia di marketing messa in atto da Pfizer e che ha già visto l’adesione di Rwanda, Malawi, Ghana, Senegal e Uganda e che riguarda ad esempio anche il vaccino antipneumococco. Un piano che verrà poi proseguito dalla Gates Foundation per produrre nuovi vaccini contro lo streptococco B e contro altri virus, come quello respiratorio sinciziale.

Mentre a Davos, una volta compreso che il senso dell’emergenza pandemica in Occidente è ormai superato, certificato dal rifiuto generalizzato dei vaccini da parte della popolazione, si comincia a lavorare per prevenire la prossima.

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