ESCLUSIVA – La Russa: “Il problema è capire quando veramente un profugo scappa dalla guerra”

In esclusiva per notizie.com, il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, ha commentato la situazione in Ucraina, nonché le parole di Di Maio e di Salvini.

Ignazio La Russa
ANSA/Fabio Cimaglia

Come giudica la reazione dell’Unione Europea rispetto all’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina?

Meglio che in passato. Per la prima volta, c’è la consapevolezza che occorre una risposta comune dell’Europa, e questa volta, almeno per quanto riguarda le sanzioni, si è raggiunta. Forse nasce anche la consapevolezza che, in futuro, la difesa europea diventa imprescindibile. Perché senza difesa europea, che comunque dovrà sempre essere allineata e in adesione all’azione della NATO, la voce diplomatica dell’Europa sarà molto molto flebile.

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Le sanzioni “senza precedenti” annunciate da Draghi potrebbero rappresentare un duro colpo per l’economia italiana. Qual è la sua opinione a riguardo?

Il problema non è quale contraccolpo producono a noi. La domanda è: che sacrifici siamo disposti a fare per evitare una violazione del diritto internazionale palese, come quella della guerra all’Ucraina, e soprattutto per evitare pericoli maggiori per l’Europa e per l’Italia, da un espansionismo militare che potrebbe diventare sempre più vicino e pericoloso? È chiaro che le sanzioni producono anche controsanzioni ed effetti negativi, ma io credo che sia un ragionamento che possiamo assolutamente accettare ad una sola condizione: che i pesi siano equi. Che cioè l’Europa sappia guardare ai pesi che impone alle singole nazioni senza figli e figliastri come invece su altri temi e in altre occasioni ha fatto.

Ignazio La Russa
ANSA/Giuseppe Lami

Di Maio ha detto che bisogna “tenere aperta la strada della diplomazia e del dialogo per ottenere un cessate il fuoco”. Le sembra un’ambizione realistica?

Non esiste una trattativa, come quella che invece pare in corso, senza cessate il fuoco. Normalmente, quando comincia una trattativa, c’è sempre il cessate il fuoco. Tant’è che nelle ore immediatamente precedenti alle trattative si sviluppa sempre la fase peggiore, perché tutti cercano di prendere la migliore posizione possibile. Qui invece si dice che è già in corso una trattativa ma senza cessate il fuoco. Quindi io credo che, al di là delle parole di Di Maio, tutti gli sforzi per un cessate il fuoco siano giusti e secondo me sono meno impossibili di quanto lo fossero ieri, perché nel frattempo anche la Russia sta avendo dei contraccolpi negativi a livello diplomatico e a livello militare.

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Zelensky ha chiesto di entrare nell’Unione europea, data la situazione di emergenza nella quale si trova il popolo ucraino. Ritiene che tale procedura sarà portata avanti dall’Ue, pur considerando una possibile reazione militare di Putin?

Senza la reazione di Putin, l’Ucraina difficilmente avrebbe avuto accesso all’Unione Europea perché alcuni paesi sono contrari e perché ogni paese che si aggiunge porta a maggiore difficoltà nel prendere decisioni comuni. L’azione di Putin ha finito per agevolare l’aspirazione dell’Ucraina, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Per quanto si possa immaginare una procedura più benevola e magari più veloce, tutti i passaggi devono necessariamente svolgersi; quindi, non vedo vicina la fase dell’adesione, ammesso che mai ci sarà.

Ignazio La Russa
ANSA/Ettore Ferrari

Sulla questione profughi, lei si è detto disponibile ad accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra. In merito al dibattito sull’immigrazione, Salvini ha puntualizzato, dichiarando che “i clandestini del nord Africa non sono profughi veri”, al contrario degli ucraini. Come commenta le parole del leader leghista?

È lui che ha commentato le mie, perché l’avevo detto prima io in televisione da Myrta Merlino rispondendo a Lia Quartapelle, un’importante esponente del Partito Democratico, che diceva: “Sono contenta che anche Fratelli d’Italia non si opponga e riveda la politica migratoria”. No, noi non rivediamo la politica migratoria, anzi la confermiamo. Il problema è capire quando veramente un profugo scappa dalla guerra e quando no. Noi siamo sempre stati e sempre saremo a favore dell’accoglienza di chi veramente scappa da una guerra e non invece di altri tipi, anche leciti ma non accettabili nelle modalità in cui si svolgono, di immigrazione. Per cui, la Lega è d’accordo con noi e noi siamo d’accordo con la Lega. Dire sì ai profughi dell’Ucraina vuol dire esattamente marcare la differenza rispetto agli altri tipi di immigrazione clandestina che invece altri difendono immotivatamente.

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Come giudica il comportamento e le scelte di Putin?

Potevo analizzare il comportamento e le scelte di Putin con serenità fino a quando non è passato all’invasione. Nel momento in cui è passato all’invasione di uno stato libero e indipendente che non ha mai mostrato segni di ostilità verso la Russia, perché questa è la verità, tutti i suoi argomenti lasciano il tempo che trovano, perché l’adesione al Patto Atlantico, all’occidente, al buon diritto dell’Ucraina, diventano senza se e senza ma. Piuttosto cerco di comprendere – non giustificare – quali possano essere le mire di Putin, che sono probabilmente, in parte, figlie dei vecchi concetti che sono stati prima zaristi, poi comunisti e oggi di Putin, che non dimentichiamolo è un ex capo dei servizi segreti comunisti, che sono quelli imperiali, della grande madre Russia, e che durante il comunismo si esplicavano nel cosiddetto patto di Varsavia. Cioè non solo la Russia ma attorno ad essa tanti paesi satelliti.

Io credo che l’idea di Putin diplomaticamente era discutibile – non eravamo d’accordo ma era discutibile – dopo la guerra è indiscutibile – quindi senza se e senza ma siamo contrari – ovvero avere attorno alla Russia una serie di stati satelliti per ricreare un nuovo tipo di imperialismo russo come era quello sovietico. L’invasione dell’Ucraina assomiglia molto anche nei modi all’invasione comunista del ‘56 dell’Ungheria, nel ‘68 di Praga o al contrasto con Solidarność in Polonia e di questo passo.

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