L’accusa è di false informazioni al pubblico ministero. Secondo gli inquirenti potrebbe essere stata una delle ultime persone a vedere Emanuela Orlandi.
Una donna è stata iscritta nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. L’accusa che le viene contestata è di false informazioni al pubblico ministero. 
Le indagini, riaperte nel 2023, sono affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e coordinate dal pm Stefano Luciani. L’indagata è Laura Casagrande, 56 anni, un’amica ed ex allieva della stessa scuola di musica frequentata da Emanuela Orlandi. La donna era già stata ascoltata poco più di un anno fa anche dalla Commissione bicamerale d’inchiesta.
“Laura Casagrande fu una delle prime audizioni della Commissione, – ha detto il presidente e senatore Andrea De Priamo – Successivi accertamenti ci fanno tutt’ora ritenere che possa essere stata una delle ultimissime se non l’ultima persona ad aver visto Emanuela in corso Rinascimento. L’Ufficio di presidenza della Commissione aveva già inserito il suo nome tra le persone da risentire, non escludendo di farlo attraverso la forma dell’esame testimoniale e non quella della libera audizione“.
Pietro Orlandi: “Notizia importante, sono contentissimo”
“È una notizia importante. – ha detto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela – Sono contentissimo, vuol dire che la Procura sta indagando nel riserbo e che lo sta facendo con piena serietà“. Casagrande potrebbe essere stata una delle ultime persone a vedere Emanuela. Quindi, secondo Orlandi, potrebbe aver visto in che mani eventualmente fosse andata e chi eventualmente fosse stato il gancio.
In passato le amiche di Emanuela parlarono di persone che le avvicinarono con offerte di lavoro. Casagrande è stata ascoltata stamattina a piazzale Clodio dagli inquirenti, accompagnata dal suo avvocato. Gli inquirenti stanno portando avanti un lavoro di analisi degli atti. Sotto la lente in particolare le ore precedenti alla scomparsa di Emanuela. Contemporaneamente si sono mossi anche i magistrati vaticani. 
Dai verbali dell’epoca risulterebbe che possa essere stata proprio Laura Casagrande l’ultima persona a vedere la ragazza il giorno della scomparsa in corso Rinascimento, dopo l’uscita dalla scuola di musica di piazza Sant’Apollinare. La sua ricostruzione della giornata, di fronte alla Commissione, è stata accompagnata da una serie di “non ricordo”, “buio totale”, “il nulla”. Nell’audizione ha poi parlato del “telefonista” che chiamò a casa sua.
“Avevo capito subito che non era uno scherzo – ha raccontato la donna – il timbro di voce era tra l’arabo e l’orientale, io non so distinguere bene tra questi ma era autentico poi se era turco o arabo o afgano non so, ma era verosimile ed era molto incalzante. Non riuscivo a stare dietro alla dettatura veloce, dicevo un attimo, il messaggio era lunghissimo, erano tante pagine, poi con i miei genitori consegnammo tutto“.
L’iscrizione nel registro degli indagati di Laura Casagrande arriva a pochi giorni di distanza dalla notizia di una nuova pista investigativa. Pista che ipotizzerebbe un possibile coinvolgimento di uno zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, morto da tempo, la cui abitazione nel reatino è stata perquisita nell’aprile dello scorso anno.





