È pronta a salpare la Sumud freedom flotilla, sostenuta da attivisti, volontari, istituzioni e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Ecco di cosa si tratta.
Greta Thunberg ci riproverà, dopo che lo scorso giugno ha provato a raggiungere via mare la Striscia di Gaza con una barca carica di aiuti. Due mesi fa è stata intercettata dalla Marina di Israele e rimpatriata. Ma stavolta con lei ci sarà un’intera flotta: la Sumud freedom flotilla.
Si tratta di un’iniziativa umanitaria pronta nei prossimi giorni a farà rotta, ancora una volta carica di aiuti, verso Gaza, dove la popolazione è allo stremo dopo due anni di guerra tra Israele ed Hamas. La partenza della missione è prevista per giovedì 4 settembre. Numerose imbarcazioni provenienti da Liguria e Sicilia si incontreranno con altre navi da Spagna, Grecia, Tunisia e decine di altri Paesi in un meeting point nel mar Mediterraneo. Nel frattempo sono in corso le operazioni di raccolta dei beni alimentari di prima necessità da portare a Gaza.
Sono già state raccolte diverse tonnellate di prodotti, ma si punta a caricare le stive delle imbarcazioni della Sumud freedom flotilla il più possibile. La flotta sarà composta da decine di imbarcazioni provenienti da oltre 40 Paesi. A bordo ci saranno centinaia di attivisti, ma anche personaggi pubblici come l’attrice americana Susan Sarandon. Tra i navigatori ci sarà appunto anche la nota attivista Greta Thunberg. Gli equipaggi saranno volutamente mescolati per passaporto e nazionalità. L’obiettivo è evitare che ci siano navi più “fragili” dal punto di vista diplomatico.
Delia (Sumud): “Sarà uno scenario nuovo anche per Israele”
Dall’Italia partiranno almeno 200-250 persone e decine di barche. Freedom flotilla, che ha lanciato l’iniziativa, è composta da centinaia di volontari e di altre organizzazioni come il Global movement to Gaza.
Per l’Italia hanno aderito, tra gli altri, la ong Music for Peace, il Calp (Coordinamento autonomo lavoratori portuali). Ma la flotta è sostenuta anche da istituzioni come la Caritas, la Cgil, e da molti personaggi della cultura, della politica, dello spettacolo e del giornalismo.
Meteo permettendo e considerando che si tratta di barche non sempre sofisticate, si prevede di avvistare la costa di Gaza attorno alla metà di settembre. “Sarà uno scenario nuovo anche per Israele. Noi siamo civili disarmati, chiediamo solo di aprire un corridoio umanitario”, ha spiegato Maria Elena Delia, membro del comitato direttivo della Sumud e rappresentante italiana del Global movement to Gaza. Il 3 settembre a Catania e Siracusa si terranno iniziative pubbliche con la partecipazione di attivisti e artisti.
“Non basta – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino – dirsi contro, non opporsi è di fatto accettare la strage di bambini, di operatori umanitari, di giornalisti e di un intero popolo .Il governo italiano deve prendere una posizione netta. Va interrotta la consegna di armi ad Israele. Occorre garantire l’ingresso di aiuti umanitari, il rilascio degli ostaggi, interrompere ogni commercio con gli insediamenti illegali, riconoscere lo Stato di Palestina”.