Nelle scorse ore Israele ha colpito per due volte l’ospedale Nasser, nel sud della Striscia di Gaza. Una vera e propria strage: venti morti tra cui soccorritori e giornalisti. Ecco cos’è accaduto.
“È stata una scena mostruosa e crudele. L’attacco è avvenuto in un momento in cui c’è carenza di forniture mediche e attrezzature, cosa che rende ancora più brutale la situazione. Non so cos’altro dire, è qualcosa di mostruoso”.
A parlare è il dottor Mahmoud Kullab di Medici Senza Frontiere, che si trovava all’ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, al momento dell’attacco di Israele. La struttura è stata colpita due volte da Tel Aviv. Venti persone sono rimaste uccise, tra cui giornalisti e soccorritori accorsi sul posto. Si è trattato di uno degli attacchi più letali che hanno colpito sia ospedali sia giornalisti nel corso dei ventidue mesi di guerra scatenati dall’attacco di Hamas del 2023.
Il primo raid ha colpito l’ultimo piano di un edificio dell’ospedale Nasser. Pochi minuti dopo un secondo proiettile è esploso mentre giornalisti e soccorritori si precipitavano su una scala esterna. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito la vicenda un “tragico incidente”. L’attacco è avvenuto mentre Israele pianifica di ampliare la sua offensiva alle aree densamente popolate.
Giornalisti uccisi a Gaza, i nomi delle vittime
Tra le vittime c’erano cinque giornalisti, tra cui la 33enne Mariam Dagga dell’Associated Press. Anche l’agenzia di stampa Reuters ha dichiarato che uno dei suoi reporter è stato ucciso mentre stava effettuando una ripresa televisiva. Un video girato dal basso ha mostrato i loro ultimi istanti di vita mentre salivano le scale oltre i muri danneggiati. I media israeliani hanno riferito che le truppe hanno sparato due colpi di artiglieria, prendendo di mira quella che sospettavano essere una telecamera di sorveglianza di Hamas sul tetto.
Tra i cinque giornalisti uccisi c’erano persone che lavoravano per Al Jazeera, Reuters e Middle East Eye, un’agenzia di stampa con sede nel Regno Unito. Le vittime sono: il cameraman Hussam al-Masri, il fotoreporter Mohammed Salama, i freelance Mariam Abu Daqa e Ahmed Abu Aziz, il giornalista Moaz Abu Taha.
“Negli ultimi 22 mesi – ha dichiarato Jerome Grimaud, coordinatore di emergenza di Msf a Gaza – abbiamo assistito alla distruzione di strutture sanitarie, al silenzio imposto ai giornalisti e a operatori sanitari sotto le macerie per via degli attacchi israeliani. Israele continua a ignorare il diritto internazionale”.
Israele ha impedito ai giornalisti internazionali di entrare a Gaza dall’inizio della guerra. Circa ottanta persone sono rimaste ferite, molte delle quali nel cortile dell’ospedale. Israele ha ucciso 189 reporter palestinesi durante la sua campagna a Gaza, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti. Oltre 1.500 operatori sanitari sono stati uccisi. Tel Aviv ha attaccato gli ospedali più volte durante la guerra. L’ospedale Nasser era già sovraccarico, con pazienti con flebo sdraiati sul pavimento nei corridoi in un caldo soffocante.
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“Denunciamo con la massima fermezza – ha concluso Grimaud – gli orribili attacchi sferrati oggi da Israele contro l’ospedale Nasser, l’unica struttura medica pubblica parzialmente funzionante nel sud di Gaza. Alcuni membri dello staff di Msf sono stati costretti a rifugiarsi nel laboratorio dell’ospedale mentre Israele colpiva ripetutamente l’edificio durante le operazioni di soccorso. Siamo indignati dal fatto che le forze israeliane continuano ad attaccare operatori sanitari e giornalisti nell’impunità più totale”.