È morto l’astronauta della Nasa James Lovell, comandante dell’Apollo 13. A lui è attribuita la frase più iconica mai pronunciata da un uomo dello spazio. Ecco tutta la sua incredibile vita.
“Houston, abbiamo un problema”. Chiunque, almeno una volta nella vita, ha pronunciato questa frase divenuta iconica. Parole provenienti da un’epoca in cui mezzo mondo era incollato alla tv durante le prime missioni spaziali della Nasa.
A pronunciare quella frase in particolare, riecheggiata nel centro di controllo, l’astronauta James Lovell nel corso della missione lunare Apollo 13. Lovell è morto poche ore fa all’età di 97 anni. “Okay, Houston, we’ve had a problem here”, disse per la precisione mentre era al comando nel 1970. Lovell riuscì comunque a tornare sulla Terra sano e salvo dopo l’esplosione di un serbatoio di ossigeno.
Lovell fece parte anche del volo Apollo 8, il primo a orbitare attorno alla Luna. Ed è stato uno degli astronauti più esperti della Nasa, volando nello spazio per quattro volte. Avrebbe dovuto essere il quinto uomo a camminare sulla Luna nel 1970. Ma il modulo di servizio dell’Apollo 13, che trasportava Lovell e altri due astronauti, subì l’esplosione di un serbatoio di ossigeno.
Addio a James Lovell, i figli: “Era unico nel suo genere”
Nato il 25 marzo 1928 a Cleveland, Lovell frequentò l’Università del Wisconsin. Poi si trasferì all’Accademia Navale degli Stati Uniti, ad Annapolis, nel Maryland. Il giorno della sua laurea, nel 1952, lui e sua moglie, Marilyn, si sposarono. Pilota collaudatore presso il Navy Test Center di Patuxent River, nel Maryland, Lovell fu selezionato come astronauta dalla Nasa nel 1962.
Lovell si ritirò dalla Marina e dal programma spaziale nel 1973, e si dedicò al mondo degli affari. Nel 1994, lui e Jeff Kluger scrissero Lost Moon, la storia della missione Apollo 13, libro da cui fu tratto l’omonimo film. Sua moglie Marilynn è scomparsa nel 2023. “Ci mancheranno il suo incrollabile ottimismo, – hanno detto i quattro figli – il suo senso dell’umorismo. E il modo in cui faceva sentire a ognuno di noi che potevamo fare l’impossibile. Era davvero unico nel suo genere”.
“Il carattere e il coraggio incrollabile di Jim hanno aiutato la nostra nazione a raggiungere la Luna e hanno trasformato una potenziale tragedia in un successo da cui abbiamo imparato moltissimo. – ha fatto sapere la Nasa in una nota – Piangiamo la sua scomparsa mentre celebriamo i suoi successi“. Lovell, come detto, è stato nello spazio per quattro volte con le missioni Gemini 7, Gemini 12, Apollo 8 e Apollo 13.
L’avventura di Lovell e dei colleghi astronauti Fred Haise e Jack Swigert è stata anche trasposta al cinema nel film del 1995 Apollo 13, in cui l’attore Tom Hanks, che interpreta Lovell, pronuncia la famosa frase: “Houston, abbiamo un problema”. Nel 1968, l’equipaggio dell’Apollo 8 composto da Lovell, Frank Borman e William Anders fu il primo a lasciare l’orbita terrestre, a volare verso la Luna e a orbitare attorno ad essa.
Lovell in un’intervista: “Voglio che le persone ricordino che l’Apollo 13 fu un successo”
Non riuscirono ad atterrare, ma portarono gli Stati Uniti in vantaggio sui sovietici nella corsa allo spazio. “La cosa che voglio che la maggior parte delle persone ricordi è che, in un certo senso, fu un grande successo. – disse Lovell durante un’intervista del 1994 parlando dell’Apollo 13 – Non che abbiamo realizzato qualcosa, ma un successo nel dimostrare le capacità del personale Nasa“.
Fino ai voli Skylab della metà degli anni ’70, ha detenuto il record mondiale per il periodo di permanenza più lungo nello spazio con 715 ore, 4 minuti e 57 secondi. L’equipaggio dell’Apollo 13, composto da Lovell, Haise e Swigert, era in viaggio verso la Luna nell’aprile del 1970, quando una bombola di ossigeno della navicella esplose a 320mila chilometri dalla Terra.
La Nasa annullò la missione, e nei quattro giorni successivi gli occhi del mondo furono calamitati sul destino dei tre astronauti. Il piano di salvataggio prevedeva che gli astronauti si trasferissero dal modulo di servizio, che stava perdendo ossigeno, nell’angusto, buio e gelido lander lunare, mentre loro razionavano l’ossigeno, l’acqua e l’elettricità in calo.
Usando il modulo lunare come scialuppa di salvataggio, girarono attorno alla Luna, puntarono verso la Terra e tornarono a casa. Il presidente Bill Clinton assegnò a Lovell la Congressional space medal of honor nel 1995. “Anche se hai perso la Luna – disse l’allora capo della Casa bianca – hai guadagnato qualcosa di molto più importante, forse: il rispetto e la gratitudine del popolo americano”.