Sulla Sindone nelle scorse ore è stato pubblicato sulla rivista Archaeometry uno studio controverso con un fattore tempo “particolare”. Ne abbiamo parlato con una delle massime esperte del telo conservato nel Duomo di Torino: la professoressa Emanuela Marinelli.
“Non si può dare niente per scontato: c’è un attacco contro la Chiesa, contro la Fede. La Sindone è un ingombro, è la pietra di inciampo che bisogna rimuovere denigrandola in tutti i modi. Siamo nella lotta, e io non mi tiro indietro: la Sindone è autentica”.
A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è la professoressa Emanuela Marinelli, saggista, ricercatrice e divulgatrice scientifica. È considerata una delle massime esperte mondiali della Sindone di Torino. Ha scritto numerosi libri, articoli e tenuto conferenze in Italia e all’estero, collaborando con esperti internazionali sulla Sindone conservata nel Duomo di Torino. Si tratta del lenzuolo di lino di circa quattro metri che secondo la tradizione cristiana è il sacro telo che ha avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione.
Marinelli è intervenuta sul caso scoppiato in queste ore a seguito della pubblicazione sulla rivista Archaeometry di un articolo firmato dall’esperto brasiliano Cicero Moraes che confermerebbe l’ipotesi che la Sindone sia un artefatto medievale già avanzata da tempo. “L’immagine sulla Sindone di Torino è più coerente con una matrice a bassorilievo“, ha detto Moraes al sito Live Science.
Marinelli in esclusiva per Notizie.com: “Lo stesso Moraes ammette la parzialità del suo lavoro”
“Per la Sindone, – ci ha spiegato Emanuela Marinelli – Moraes si limita a una ricostruzione dell’immagine al computer utilizzando software open source gratuito. È lui stesso ad ammettere la vistosa parzialità del suo lavoro”. Lo studio, infatti, non affronta aspetti fisici o chimici legati alla formazione dell’immagine, come la presenza di pigmenti, analisi microscopiche o proprietà dei materiali del tessuto. Né indaga la dinamica dei fluidi corporei, come il flusso sanguigno.
“La presenza di sangue non preoccupa Moraes, tanto per lui è tutto falso. – ha continuato l’esperta – Ovviamente si rifà all’altra bufala estiva del 2018, quella di Matteo Borrini e Luigi Garlaschelli che ritenevano inverosimili i rivoli di sangue presenti sulla Sindone. Anche allora la notizia, come questa volta, fu ripresa da tutti i giornali e fece il giro del mondo. Ma almeno Borrini e Garlaschelli si diedero da fare per realizzare qualcosa di concreto, conducendo esperimenti”.
E poi: “Questa di Moraes è stata un’operazione pilotata con un ampio spazio pubblicitario su tutti i giornali ad un qualcosa che non lo merita. Ma loro hanno fatto il colpo di piazzare un articolo che non vale nulla addirittura su Archaeometry”.
Marinelli sospetta che quella che definisce senza mezzi termini “bufala” sia stata diffusa in contemporanea con un grande convegno tenutosi a St. Louis sulla sindone: “Mi è sembrato che si volesse bruciare la possibilità che dal convegno uscisse qualcosa di positivo per la Sindone”. L’evento si è svolto a St. Louis, negli Stati Uniti, dal 30 luglio al 3 agosto presso l’Augustine Institute, organizzato alla Shroud educational endeavors corporation (Seec). Si è trattato del primo grande convegno dedicato alla Sindone dopo quello del 2019 in Ontario.
“Al cospetto della Sindone come facciamo se noi vogliamo dire invece che Gesù era un semplice uomo?”
“Il cardinale di Torino Roberto Repole non ha avuto timori nel dire la Sindone è il calco della Resurrezione. – ha sottolineato Marinelli – Tutto ciò dà fastidio a tutti quelli che per anni hanno demolito i Vangeli. Ma quello che hanno fatto con i Vangeli con un’immagine impressa col sangue e stampata con la luce non si può fare. Il vaticanista de Il Messaggero Orazio Petrosillo con cui ho scritto il mio primo libro diceva che la Sindone era la fotonotizia dal Calvario”.
Per la professoressa ciò disturba chi vuole distruggere l’esistenza storica di Gesù, buttandola nella nebbia o distruggendo la sua Divinità. “Ma al cospetto della Sindone come facciamo se noi vogliamo dire invece che Gesù era un semplice uomo? – ha specificato Marinelli – Io sono con San Paolo per la ‘buona battaglia’, mi sono laureata in Scienze naturali e geologia ed ho affilato le spade”.
Si tratterebbe quindi di “un attacco contro la Chiesa, contro la Fede. La Sindone è un ingombro, è la pietra di inciampo che bisogna rimuovere denigrandola in tutti i modi. Girano un sacco di soldi. Ci sono mercenari e persone che si sono fatte pagare. Siamo nella lotta, io non mi tiro indietro. Vogliono lo scontro, ma i confronti con me li evitano come la peste”.
Marinelli è nota per aver di fatto smentito il test del Carbonio 14 effettuato nel 1988. L’analisi aveva collocato la Sindone tra il 1260 e il 1390 d.C., in pieno Medioevo, portando molti a concludere che si trattasse di un falso storico. Per molti anni, i dati originali del test non furono resi pubblici, impedendo ogni verifica indipendente. Solo nel 2017 Tristan Casabianca, un ricercatore francese, li ottenne tramite un’azione legale internazionale al British Museum che li deteneva.
Sindone, sangue e immagine
Due anni dopo, nel 2019, proprio su Archaeometry, Casabianca, Marinelli ed altri studiosi pubblicarono un articolo in cui affermavano che i campioni presi in esame nel 1988 non solo non erano rappresentativi dell’intero lenzuolo, ma anche che il tessuto potrebbe aver subito contaminazioni da fumo, incendi, polveri, o sostanze organiche, compromettendo l’attendibilità del Carbonio 14.
“Sulla Sindone c’è sangue e immagine. – ha affermato Marinelli – Il sangue la rende chiaramente una reliquia, con il lenzuolo che ha toccato il corpo. E la Sindone è icona. Un termine usato non per dire che si tratta di una tavoletta dipinta, bensì nel senso più alto di immagine. Benedetto XVI l’ha descritta come icona del Sabato Santo. Ovvero un’immagine che ci fa vedere com’era il corpo di Gesù nel sepolcro fino al momento della Resurrezione. Dunque l’immagine di ciò che è accaduto in quel momento finale.
L’immagine si forma dopo le macchie di sangue. La Sindone è autentica, avere ancora dubbi è assurdo. È stata trovata l’aragonite delle grotte di Gerusalemme, l’aloe, la mirra, il terriccio. Nel Medioevo non c’erano i microscopi. Poi, chi è che è stato flagellato con una pratica che non era quella riservata ai condannati alla croce? Questi ultimi avevano una flagellazione più leggera. La risposta arriva dal Vangelo, poiché Pilato voleva salvare Gesù dandogli un solo castigo. Inoltre c’è la corona di spine a casco, che va contro l’iconografia medievale. E ancora: dal colpo di lancia escono sangue e siero separati, perché è morto d’infarto”.
Marinelli ha pubblicato da poco il suo ultimo libro, Contemplare la Sindone (Edizioni Ares), scritto a quattro mani con il teologo Domenico Repice. L’esperta si è fatta inoltre promotrice dell’Ostensione diffusa, ovvero l’esposizione delle copie fotografiche della Sacra Sindone nelle chiese in occasione del Giubileo 2025, con eventi non solo in Italia, ma anche in Argentina e Australia.
L’esperta: “La Sindone è autentica, ecco perché”
“Il falsario medievale sapeva anche di medicina nel 1300? – ha concluso Emanuela Marinelli – La Sindone è autentica. È l’autentico lenzuolo funebre che ha avvolto il corpo di Gesù che è rimasto lì per circa 36 ore, stando a come si è decalcato il sangue, e per come si è ‘stampata’ l’immagine, l’unica spiegazione è quella di una proiezione ortogonale di una luce dal corpo al telo, come raggi ortogonali che proiettano l’immagine. Per questo non c’è deformazione. Questa è la Sindone.
Ed è falso anche che la Chiesa non ha mai preso posizione sulla Sindone. Sulla teca che custodisce la Sindone di Torino, in latino, è scritto: ‘Tuam Sindonem veneramur, Domine, et Tuam recolimus Passionem’, che significa: ‘Veneriamo la tua Sindone, Signore, e ricordiamo la tua Passione’. Il Vaticano non tiene in una Chiesa una falsa reliquia per la quale ogni 4 maggio si tiene la celebrazione eucaristica. La Chiesa non impone la Sindone come un dogma ma la propone”.