Il gip di Milano ha deciso di procedere all’arresto di sei persone nell’ambito dell’inchiesta sul Sistema deviato dell’urbanistica e dell’edilizia. Sul complesso quadro normativo di riferimento abbiamo sentito il parere di Assurb.
Un consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati per la spartizione del territorio edificabile. Un sistema su cui insistevano importanti costruttori privati che potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse.
È questa la tesi del gip di Milano Mattia Fiorentini. Il giudice, sposando quasi in toto le ipotesi di reato della Procura della Repubblica, ha firmato un’ordinanza con cui ha disposto sei arresti. L’ambito è quello dell’inchiesta sul Sistema deviato dell’urbanistica nel capoluogo lombardo. Le porte del carcere si sono aperte per Andrea Bezziccheri, immobiliarista di Bluestone. Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Marinoni, Giancarlo Tancredi, Alessandro Scandurra, Manfredi Catella e Federico Pella.
Ad eseguire il provvedimento la guardia di finanza. Al centro dell’inchiesta sono finite in totale 74 persone, tra architetti e assessori, e tra di essi anche il sindaco Giuseppe Sala. Le accuse sono, a vario titolo, corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Tancredi si era dimesso nei giorni scorsi dalla giunta guidata da Sala. L’ex assessore è accusato di concorso nei falsi e nella corruzione dell’ex presidente della Commissione paesaggio Marinoni. E di induzione indebita con Sala, Stefano Boeri e Catella per presunte pressioni per far votare il progetto dell’ex Pirellino.
Panigatta (Assurb) in esclusiva per Notizie.com: “Complessità di governo e gestione delle trasformazioni innegabile”
“La complessità del governo del territorio e della gestione delle trasformazioni è innegabile. Si deve in larga misura al fatto che attorno alle scelte urbanistiche e alle trasformazioni territoriali, così come al mondo degli appalti e degli affidamenti, ruotano diverse tipologie di interessi e di risorse. In urbanistica la politica si traduce in ‘politiche pubbliche’. Dunque ‘scelte’ assunte per il perseguimento di ‘obiettivi’ che rispondono a logiche di consenso e si traducono in azioni”.
A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Chiara Panigatta, presidente di Assurb, l’Associazione nazionale degli urbanisti e dei pianificatori territoriali e ambientali. Abbiamo cercato di fare chiarezza insieme alla presidente sulle origini del Sistema deviato alla base dell’inchiesta milanese. Contesti urbani complessi, indagini giudiziarie. La fragilità nasce da carenze normative, da eccessiva discrezionalità oppure da una burocrazia che genera ambiguità e margini d’interpretazione?
“La fragilità – ci ha detto Panigatta – è una condizione ed un effetto proprio di ogni sistema dinamico. Il punto di rottura rappresenta un effetto di questa complessità. In precedenza la sensibilità dell’opinione pubblica era diversa. I soggetti deputati alla decisione erano collegati a sistemi economici meno finanziari, non perché le logiche decisionali fossero diverse. La posizione nel tempo e nello spazio del punto di rottura dipende da una combinazione di fattori che interessano sia la natura sia le tipologie di attori che popolano il contesto decisionale”.
Secondo la presidente Assurb nel caso dell’Italia, più che di “carenze normative”, si può parlare di “obsolescenza non programmata, ma oggettiva” del quadro normativo nazionale. Un quadro fondato su un’immagine “statica” di urbanistica, declinato in “regole”. Che nel corso degli anni è stato affiancato (e per alcuni aspetti meglio “specificato”) da 19 quadri normativi regionali e 2 provinciali generalmente “meno statici”.
Urbanistica in Lombardia, le scelte politiche e l’iter codificato
Tempo ed innovazione hanno modificato il paradigma pianificatorio, affiancando alla “regola” anche la definizione di “strategie” (e quindi di “politiche” strutturate in obiettivi, scelte ed azioni). Anche il costrutto dello “standard urbanistico” è stato modificato e ricondotto al principio di “fabbisogno”. Espressione non solo qualitativa ma anche qualitativa variabile ed espressione dei singoli contesti territoriali. 9.904 contesti per la precisione, vale a dire il numero dei Comuni italiani secondo fonte Istat.
“In Regione Lombardia, ad esempio, – ha continuato Chiara Panigatta – dal 2005 le scelte di governo del territorio, di cui l’Urbanistica è espressione, nell’ambito di contesti urbanizzati/urbanizzabili sono scelte politiche sottoposte ad un iter codificato nel corso del quale vengono verificate sotto il profilo della fattibilità ambientale, della fattibilità tecnico-progettuale e della fattibilità economica. E tradotte nel Documento di piano, nel Piano dei servizi e nel Piano delle Regole (o almeno, così prevede la disciplina regionale vigente)”.
Dunque da un lato abbiamo un aumento della discrezionalità, che richiede un’assunzione di “responsabilità politica” (che per natura è condizionata, nel bene e nel male, dalla ricerca di “consenso”). Dall’altro abbiamo una classe politica che progressivamente perde rappresentatività. Questo ce lo racconta il trend di affluenza alle urne registrato nel corso delle ultime tornate elettorali. E dunque vede erosa la propria capacità decisionale, ma ne conserva la competenza e la prerogativa, in termini di attribuzione normativa.
“Sono cambiati anche i tempi – ha affermato la presidente – rispetto a cui il mercato chiede venga espressa una decisione. In particolare nei contesti territoriali più dinamici (ma non solo, anche in contesti territoriali meno dinamici ma con una grande disponibilità di risorsa suolo idonea ad accogliere le rinnovabili) è cambiata in modo sostanziale la natura della domanda posta alla base delle dinamiche di trasformazione del territorio, attraendo investitori spesso stranieri che non solo chiedono ‘tempi certi di procedimento’, ma anche di poter contare su maggior tempestività/velocità nell’assunzione della decisione”.
La presidente Assurb: “In ogni Comune il bisogno di professionisti formati”
Il problema è che non sempre i Comuni possono contare su personale formato nell’area disciplinare dell’urbanistica e della pianificazione del territorio. È lontana dalla mente e dall’intenzione della funzione pubblica e dall’interesse di molti, l’attuazione della visione di Giovanni Astengo che auspicava, a metà degli anni ’70, un urbanista in ogni Comune.
“D’altra parte – ha dichiarato Panigatta – se ogni Comune avesse almeno un funzionario o un professionista di riferimento specificamente formato per comprendere non solo la ‘regola urbanistica’, ma anche le ragioni sottese alla ‘regola’, forse oggi non staremmo affrontando questa intervista. Certamente molte cose sarebbero diverse”.
Ma da urbanisti, come vi spiegate il fatto che le inchieste sembrano colpire soprattutto la parte politica, mentre raramente vengono coinvolti tecnici, dirigenti e funzionari, che pure firmano atti fondamentali nei procedimenti?
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“Per quanto riguarda il coinvolgimento preponderante della parte politica nelle inchieste giudiziarie, ritengo che dipenda dalla valutazione degli atti a propria disposizione da parte della magistratura. A livello generale, quello che si può evidenziare è che la parte politica di una Pubblica amministrazione coincide con il soggetto responsabile dell’indirizzo strategico e assume decisioni di medio e lungo termine. – ha concluso la presidente Assurb – che inevitabilmente generano impatti sociali ed economici significativi”.
“Sono le decisioni politiche che imprimono una direzione allo sviluppo urbano. E che ratificano gli strumenti tecnici che sono poi alla base (e formano la legittimazione) degli atti assunti dagli Uffici in relazione ai singoli procedimenti. Nonostante tecnici e funzionari firmino atti fondamentali per l’attuazione ‘diretta’ degli interventi edilizi, essi generalmente agiscono in un quadro di indirizzi, norme e regolamenti definiti a monte e da cui traggono la motivazione degli atti assunti”.