Meta Ai usa i nostri dati per imporsi sul mercato? L’Antitrust avvia l’inchiesta: “Rischio dipendenza funzionale”

Vuole vederci chiaro l’Antitrust su Meta Ai, il nuovo servizio di Intelligenza artificiale disponibile da marzo 2025 sull’app WhatsApp.

Meta Ai, il servizio di Intelligenza artificiale pre-installato da marzo 2025 sull’app di messaggistica Whatsapp, è finito in queste ore nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. L’ipotesi è di abuso di posizione dominante.

Meta Ai nel mirino dell'Antitrust italiana
Meta Ai usa i nostri dati per imporsi sul mercato? L’Antitrust avvia l’inchiesta: “Rischio dipendenza funzionale” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Il sospetto dell’Antitrust, che ha avviato un’indagine, è che il colosso del web statunitense Meta possa “imporre” ai propri utenti l’utilizzo dei propri servizi di chatbot e assistenza Ai. Ma non solo. È al punto 44 dell’avvio dell’istruttoria, che Notizie.com è stato in grado di visionare, che l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli lancia l’allarme. “È possibile – si legge – che Meta addestri il proprio modello di Ai sui dati e/o sulle interazioni con la base utenti del servizio in cui detiene una posizione dominante”.

Insomma secondo l’Antitrust, Meta starebbe “trascinando” i propri utenti verso la propria Ia addestrata con i loro stessi dati e interazioni. In tal modo si genererebbe una “dipendenza funzionale” che porterebbe gli utenti ad utilizzare meno i modelli concorrenti. Questo, proprio perché, memorizzando le informazioni fornite nel tempo, le risposte ai quesiti diventerebbero sempre più utili, rilevanti e personalizzate.

Rustichelli (Antitrust): “Concorrenza non basata sui meriti”

Meta Ai – ha spiegato il presidente Rustichelli – rientra tra i servizi di chatbot o assistente Ai. Servizi che, sfruttando tecnologie di Intelligenza artificiale, rispondono a quesiti generalisti, di varia natura. E consentono forme di interazione simili ai cosiddetti assistenti virtuali. Attraverso l’abbinamento di Meta Ai con Whatsapp, Meta appare in grado di trainare la propria base utenti nel nuovo mercato. Ciò non attraverso una concorrenza basata sui meriti, ma ‘imponendo’ agli utenti la disponibilità dei due servizi distinti con potenziale pregiudizio dei servizi concorrenti”.

Ieri i funzionari dell’Autorità hanno già svolto ispezioni nelle sedi della controllata italiana di Meta, Facebook Italy srl, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della guardia di finanza. Ma sono quattro in totale le aziende oggetto dell’istruttoria. Oltre a Facebook Italy, l’Antitrust sta indagando su Meta Platforms inc, Meta Platforms Ireland Limited e Whatsapp Ireland Limited. L’ipotesi è che le società fondate da Mark Zuckerberg abbiano violato l’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue).

Mark Zuckerberg, fondatore di Meta
Rustichelli (Antitrust): “Concorrenza non basata sui meriti” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Insomma non è chiaro se ed in che misura le domande poste dagli utenti Whatsapp a Meta Ai e le interazioni degli utenti con Meta Ai vengano utilizzate per addestrare il modello di Intelligenza artificiale. Da un lato Meta dichiara di non utilizzarle per migliorare il servizio, ma verificando i Terms and Policies e proseguendo poi nel percorso Your messages with Ais on Whatsapp, si perviene a un’apposita form per opporsi all’utilizzo delle proprie informazioni in tal senso.

Lo stesso form, per esprimere le obiezioni nell’ambito di WhatsApp, rinvia poi ulteriormente al Privacy Centre di Meta, nel quale si legge che per il training non vengono utilizzati i messaggi privati “fino a quando tu o qualcun altro nella chat non scegliete di condividerli con la nostra Ia”.

Meta Ai, rischio sanzioni pesantissime

In altre parole, sembra che le interazioni dell’utente con Meta Ai siano utilizzate per il training del modello, ad eccezione dei messaggi privati e salvo l’eventuale richiesta contraria formulata nell’ambito della singola chat. L’istruttoria dell’Antitrust dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2026, ma entro sessanta giorni i legali delle società di Meta potranno essere sentiti per chiarire le proprie ragioni.

La violazione del Tfue, ed in particolare l’eventuale accertamento di posizione dominante, comporta pene molto severe. Basti pensare che le sanzioni previste possono raggiungere il 10% del fatturato annuo mondiale dell’impresa responsabile.

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