Fernando Eduardo Artese, un italo-argentino, e Gaetano Cateno Mirabella Costa, siciliano, si trovano del centro statunitense Alligator Alcatraz, appena inaugurato dal presidente Donald Trump. Ecco chi sono e di cosa sono accusati.
Il Ministero degli Esteri, il Consolato generale d’Italia a Miam e l’Ambasciata di Roma a Washington, sta monitorando con attenzione le condizioni di Fernando Eduardo Artese, un italo-argentino, e Gaetano Cateno Mirabella Costa, siciliano. I due italiani sono detenuti presso la struttura Alligator Alcatraz, inaugurata dal presidente Usa Donald Trump pochi giorni fa.
Alligator Alcatraz è una struttura detentiva per migranti che si trova nello Stato della Florida, ed è in funzione dal 3 luglio 2025. La sua operatività è stata resa nota al mondo poiché il tycoon, dopo la visita inaugurale del centro circondato da paludi, ha detto che i migranti “dovrebbero imparare a fuggire dagli alligatori”. Il centro è stato realizzato in appena otto giorni al costo stimato di 450 milioni di dollari l’anno. È di competenza di una divisione dell’Immigration and customs enforcement (Ice).
L’Agenzia federale è finita sotto accusa nelle scorse settimane per le procedure di rimpatrio. Il 63enne Fernando Eduardo Artese sarebbe finito proprio nelle maglie dell’Ice, in quanto arrestato il 25 giugno in Florida mentre cercava di lasciare gli Usa in camper. Artese era con moglie e figlia. Era entrato negli Stati Uniti dieci anni prima e il suo visto era scaduto. Nei suoi confronti, inoltre, era stato spiccato un mandato d’arresto poiché non si era presentato a un’udienza relativa a una multa per guida senza patente.
Artese, italiano detenuto nell’Alligator Alcatraz: “È un campo di concentramento”
Recentemente intervistato dal Tampa Bay Times, Artese ha detto: “Questo è un campo di concentramento. Ci trattano come criminali. Siamo tutti lavoratori e persone che lottano per le proprie famiglie”. Stando alle ultime ricostruzioni, l’italo-argentino viveva in Florida dove gestiva un’attività. Al momento dell’arresto era diretto in Argentina, Paese che avrebbe raggiunto attraversando il Messico.
Diversa la storia di Gaetano Cateno Mirabella Costa, originario di Taormina, arrestato il 3 gennaio 2025 nella contea di Marion, Florida. È accusato di possesso di fentanyl, marijuana e aggressione. Il fentanyl, bisogna ricordarlo, è la droga sintetica che sta mettendo in ginocchio gli Usa. Trump sta cercando di bloccarne la diffusione anche attraverso l’applicazione dei dazi contro i Paesi di provenienza, in particolare Canada, Messico e Cina. Mirabella Costa è stato condannato il 7 maggio scorso a sei mesi di carcere per aver aggredito un anziano.
Anch’egli si trova ora nell’Alligator Alcatraz, una struttura descritta come temporanea che ha lo scopo di aiutare il governo a raggiungere il suo obiettivo di aumentare la capacità di detenzione dei migranti da 41mila persone ad almeno 100mila. Il suo nome è un omaggio al famigerato carcere di Alcatraz. Prima dell’apertura della struttura, funzionari statali avevano dichiarato che i detenuti avrebbero avuto accesso a cure mediche, aria condizionata costante, un’area ricreativa, avvocati e membri del clero.
Ma i detenuti, i loro familiari e i loro sostenitori hanno dichiarato all’Associated Press che le condizioni sono pessime, con cibo infestato dai vermi, bagni che traboccano sui pavimenti, zanzare che ronzano intorno alle cuccette recintate e condizionatori che a volte si spengono nella calura estiva opprimente della Florida meridionale.