Il regime degli Ayatollah rischia di cadere, l’esperto: “L’Iran è isolato e non è in grado di fronteggiare l’esercito israeliano”. Trump: “Sarebbero pazzi a non negoziare”.
Due esplosioni hanno risvegliato la città di Tabriz la mattina del 17 giugno, dove è situata una delle principali basi dell’aeronautica militare dell’Iran. Si è trattato di un nuovo attacco mirato di Israele sugli obiettivi strategici, che ha dato inizio al quinto giorno di botta e risposta cominciato da Tel Aviv, per costringere Teheran a porre fine agli investimenti nucleari.
Nel corso della notte Israele ha intercettato la maggior parte dei trenta missili che l’Iran ha tentato di lanciare. Il regime degli Ayatollah è isolato e sembra sempre più vicino a un bivio: cedere oppure lasciare il potere.
I leader del G7 hanno firmato una dichiarazione congiunta per chiedere una de-escalation nel conflitto tra Teheran e Tel Aviv e in generale in tutto il Medio Oriente, poco prima che il presidente Usa Donald Trump lasciasse in anticipo il vertice che si è tenuto in Canada. Chiedono la protezione dei civili e confermano il diritto di Israele a difendersi. L’Iran è “la principale fonte di instabilità e terrorismo della regione”, scrivono nel documento e “siamo sempre stati chiari sul fatto che non potrà mai possedere un’arma nucleare“.
Quando Teheran parla di nucleare ad uso civile è “poco credibile”. A sostenerlo è Matteo Giusti, giornalista di Limes ed esperto del Medio Oriente, a Notizie.com.
La legge per uscire dal Trattato sul nucleare
Intanto l’Iran sta preparando un disegno di legge per uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare, che dagli anni Settanta lo impegna di fronte alla comunità internazionale a non sviluppare le armi atomiche. “A questo punto è ufficiale”, spiega l’esperto, “per ripartire con un tavolo” con gli Usa “dovranno tornare in Parlamento e abolire questa legge”.
Ma la Cnn smentisce Israele
Secondo la Cnn però, Teheran non stava attivamente costruendo un’arma nucleare e comunque prima di farlo ci sarebbero voluti anche tre anni. L’emittente americana cita quattro fonti dell’intelligence Usa, secondo le quali i raid israeliani hanno tardato solo di pochi mesi il programma nucleare iraniano. Questa valutazione è discorde rispetto alla versione di Israele, secondo cui Teheran era più vicina che mai ad ottenere armi nucleari, giustificando i suoi attacchi come autodifesa.
Iran pronto a negoziare
Intanto l’Iran sembra intenzionato a negoziare e c’è un’alta probabilità che sia disposto a sospendere il programma di arricchimento nucleare in cambio della fine delle ostilità. Questo perché in gioco c’è la sopravvivenza del regime stesso. Secondo il Wall Street Journal, alcuni intermediari arabi avrebbero inviato messaggi di pace mentre l’aviazione di Tel Aviv colpiva gli obiettivi strategici, incluso l’attacco alla tv di Stato. Tra le richieste, fermare la guerra, non coinvolgere gli Stati Uniti e un ritorno ai negoziati.
Israele sembra convinto a continuare gli attacchi. Il premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che andrà avanti fino a che non saranno completamente distrutti tutti i punti strategici del programma nucleare e i missili balistici iraniani. Ha anche specificato che il suo obiettivo non è un cambio di regime, ma che allo stesso tempo potrebbe essere una conseguenza.
PER APPROFONDIRE L’ARGOMENTO: Escalation Iran-Israele, Susi Snyder (Ican): “La deterrenza nucleare non significa pace”
“Vorrebbero parlare, ma avrebbero dovuto farlo prima”, ha detto Donald Trump. “Devono raggiungere un accordo” anche perché “direi che l’Iran non sta vincendo questa guerra”. E su questo punto è d’accordo Matteo Giusti: “Il presidente Usa sta aiutando Israele e non è il solo”. L’Iran infatti, è completamente isolato: “La Giordania ha schierato tutta la forza contraerea, composta da mezzi inglesi e istruttori francesi e inglesi. Grazie ad essa, i missili dell’Iran non arrivano neppure in Israele”.
Giusti (Limes) a Notizie.com: “L’Iran è isolato, non gli resta che negoziare”
Tel Aviv sta ricevendo più aiuti di quanto si creda “ed è tutto manovrato dagli Usa. Il re di Cisgiordania sarà coperto di investimenti americani. E lo stesso varrà per l’Egitto, che non ha preso vie ufficiali ed ha chiesto di abbassare i toni e la fine delle ostilità”. Non ci sono Paesi pronti a prendere le armi in difesa dell’Iran: “L’asse della resistenza è stato scientemente smantellato da Israele – continua Giusti a Notizie.com – Il regime di Assad in Siria è stato battuto, Hezbollah è senza dirigenza, Hamas è costretto a scappare dentro la Striscia di Gaza. Gli Houthi resistono, ma vengono bombardati continuamente, sono lontani e sono pochi. Il governo iracheno simpatizza per l’Iran, ma ha sul territorio 15mila soldati americani. L’Arabia Saudita e la Turchia non vedono l’ora che il regime degli Ayatollah cada”.
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Insomma: all’Iran non resta che negoziare senza tergiversare “e accettare di chiudere i siti di arricchimento”, al massimo venti in tutto il Paese. “L’esercito iraniano si è dimostrato molto più debole di quanto abbia raccontato la propaganda degli Ayatollah. Israele domina il cielo della capitale, l’aviazione di Teheran non si è nemmeno alzata in volo perché vetusta e non può reggere il confronto. In parte è stata addirittura distrutta dentro agli hangar dai bombardamenti di Israele”, spiega ancora l’esperto. “Se il regime degli Ayatollah non vuole cadere, l’Iran deve venire a patti”.
E questo è quello che si aspetta anche il capo della Casa Bianca: “Credo che verrà firmato un accordo. L’Iran sarebbe un pazzo a non firmare”, ha detto a margine del G7 dopo un bilaterale con il premier Uk Keir Starmer.