Sembrava impossibile fino a poche settimane fa, eppure è successo: il presidente Usa Donald Trump e l’imprenditore Elon Musk hanno cominciato ad attaccarsi pesantemente.
Tutto era cominciato sui social, con Musk che intervistava Trump nel bel mezzo della campagna per le presidenziali. Una volta alla Casa Bianca, il tycoon aveva nominato il patron di Tesla a capo del Doge. È finita sempre sui social, con accuse pesantissime da una parte e dall’altra.
Insomma, l’uomo più potente al mondo e quello più ricco hanno cominciato a lanciarsi addosso fango come non era mai accaduto. La faida è iniziata con le critiche di Musk alle strategie di Trump, che avrebbe eliminato gli incentivi fiscali che avrebbero supportato Tesla. Il presidente ha minacciato di tagliare i sussidi governativi e i contratti per le aziende di Musk. Da lì le cose non hanno fatto altro che degenerare.
Donald Trump ed Elon Musk sembravano uniti nella loro missione di mettere ordine a Washington. Dopo che Musk si è dimesso dal Doge, il Dipartimento antisprechi dell’amministrazione americana, Trump si è detto deluso dal suo ex consigliere. Il capo di X ha accusato l’ex amico di aver tradito le promesse di tagliare la spesa federale, ha condiviso la proposta di metterlo sotto impeachment ed ha affermato, senza prove, che il governo stava nascondendo informazioni su Jeffrey Epstein.
Scontro tra Trump e Musk, cosa c’entra il caso Epstein
Quest’ultimo è un finanziere statunitense diventato tristemente noto per una lunga serie di accuse e condanne legate a traffico sessuale di minori e abusi su ragazze adolescenti. Ma non è tutto, poiché Musk ha insistito sul fatto che Trump non avrebbe vinto le elezioni dell’anno scorso senza il suo aiuto. Per tutta risposta, il presidente ha affermato che Musk è “impazzito“. La verità è che in gioco c’è il futuro delle aziende di cui è a capo Musk.
Tra l’altro, molti programmi governativi che si basano sulla tecnologia dell’imprenditore miliardario. Basti pensare alla collaborazione tra Nasa e SpaceX. I due sono sempre apparsi come una coppia male assortita. Trump, 78 anni, proviene dalla vecchia scuola immobiliare newyorkese. Musk, 53 anni, è un immigrato sudafricano che ha fatto la sua fortuna nella Silicon Valley. Entrambi, però, sono esperti nell’attirare attenzione.
Trump ha nel mirino le basi dello stato federale che gli sono “sfuggite” durante il suo primo mandato. Musk ha messo in guardia dal rischio che il Paese fallisca a causa della spesa eccessiva e promosso un “futuro interplanetario”. Il capo di Tesla ha cominciato ad appoggiare Trump dopo che il candidato repubblicano è scampato ad un attentato contro la sua vita a Butler, in Pennsylvania, e ha iniziato a spendere milioni per sostenerlo.
Il suo megafono sui social media è stato un potente contributo alla campagna di Trump. Dopo le elezioni, Musk è stato una presenza fissa a Mar-a-Lago. Trump lo ha poi portato a Washington. Musk ha cercato di affermarsi come consigliere onnisciente e onnipresente del presidente. Presenziava alle riunioni di gabinetto mentre supervisionava licenziamenti e ridimensionamenti con il suo team di collaboratori e ingegneri.
Lite tra Trump e Musk, la pista dei dazi
Pian piano le crepe sono emerse, soprattutto perché Trump stava perseguendo dazi che avrebbero potuto aumentare i costi per le attività di Musk. Quest’ultimo ha affermato che Peter Navarro, il consigliere commerciale del presidente, è “davvero un idiota”. L’imprenditore miliardario, che non aveva mai lavorato prima nel pubblico, ha insinuato che non ci fosse abbastanza volontà politica, né al Congresso né alla Casa Bianca, per ridurre adeguatamente la spesa.
Dopo un po’ Trump ha cominciato a fargli capire che era ora di andarsene, anche se Musk aveva detto che sarebbe stato disposto a rimanere. Poco prima di annunciare le sue dimissioni, Musk si è detto “deluso” dalla legge che Trump ha definito “un grande e bellissimo disegno di legge”, perché avrebbe aumentato il deficit. Trump ha salutato Musk nello Studio Ovale, dove ha consegnato al suo consigliere uscente una chiave cerimoniale.
“Elon non se ne andrà davvero. – aveva detto Trump – Farà avanti e indietro“. Musk aveva aggiunto: “Continuerò a essere qui e a essere un amico e un consigliere del presidente“. Tutto questo poche settimane fa. Come proseguirà lo scontro? È difficile immaginarlo, vista l’imprevedibilità dimostrata dai due non solo nei primi mesi alla Casa bianca, ma nella loro intera carriera.