L’addio anticipato al Doge: perché Elon Musk ha deciso di lasciare il Dipartimento prima del previsto, e con un post su X.
L’addio di Elon Musk al Doge assume sempre più le sembianze di un attrito con Donald Trump, anche se la Casa Bianca esclude qualsiasi tipo di strappo con il magnate di Tesla, chiamato alla guida del Doge per tagliare le spese pubbliche americane.
A far credere che i due non si siano lasciati nel migliore dei modi ci ha pensato proprio Musk in un’intervista alla CBS, nella quale ha espressamente detto di essere “rimasto deluso nel vedere questa ingente proposta di legge sulla spesa” che “francamente aumenta il deficit di bilancio”.
Come confermato dall’ormai ex capo del Doge, al centro della disputa tra lui e Donald Trump c’è dunque la legge di Bilancio appena passata alla Camera (Camera Bassa negli Usa) e che ora è al vaglio del Senato (Camera Alta) per l’ok definitivo. Il capo della Casa Bianca ha definito questo provvedimento un “grande, bellissimo disegno di legge” con l’obiettivo di realizzare alcune promesse elettorali, a partire dall’estensione dei crediti di imposta.
Secondo gli esperti, questo provvedimento aumenta il deficit federale di 3,8 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni. “Penso che una legge possa essere ottima o bella. Ma non so se possa essere entrambe le cose”, ha chiosato Musk.
Elon Musk e Donald Trump ai ferri corti?
L’altro elemento che fa pensare a uno strappo è la comunicazione improvvisa del divorce con Donald Trump che il magnate ha affidato ovviamente ai social, con un post su X: “Ora che il mio periodo in qualità di Special Government Employee si avvia alla conclusione, vorrei ringraziare il presidente Trump per l’opportunità di ridurre gli sprechi”.
E ancora: “La missione del Doge non farà che rafforzarsi nel tempo, diventando uno stile di vita del governo”. Niente di strano, direte. Peccato però, che i due non si sarebbero mai confrontati direttamente prima che Elon Musk scrivesse questo messaggio al mondo intero. E la conclusione del contratto sarebbe avvenuta a livello amministrativo.
As my scheduled time as a Special Government Employee comes to an end, I would like to thank President @realDonaldTrump for the opportunity to reduce wasteful spending.
The @DOGE mission will only strengthen over time as it becomes a way of life throughout the government.
— Elon Musk (@elonmusk) May 29, 2025
Donald Trump “mette una pezza” e annuncia una conferenza stampa: “Non è l’ultimo giorno di Elon Musk”
Soltanto dopo questo post, il presidente Usa Donald Trump sul suo social Truth ha annunciato una conferenza stampa con il miliardario sudafricano. L’argomento, è ovvio, sarà la decisione di Musk di lasciare il Doge prima della scadenza del suo mandato. “Questo sarà il suo ultimo giorno”, ha scritto il tycoon, “ma non proprio, perché sarà sempre con noi, aiutandoci fino in fondo”. L’appuntamento è alle 13.30 Usa (19.30 italiane) nello Studio Ovale.
Una cosa però è certa: l’incarico di Elon Musk fin dall’inizio è stato a termine. Il magnate della tecnologia aveva 130 giorni di tempo per tagliare gli sprechi con il Doge. La fine del suo compito era prevista a fine maggio. Con i tempi ci siamo, ma come detto, a far discutere è stata la modalità del suo addio. Dopo Elon Musk, anche il suo vice Steve Davis ha lasciato l’incarico.
Un incarico che non è stato affatto semplice, perché “la situazione della burocrazia federale è molto peggiore di quanto pensassi”. Negli ultimi giorni il miliardario, oltre a criticare la legge di Bilancio al vaglio del Congresso, si è lamentato anche per la risposta ricevuta al progetto Doge. Ed ha accusato l’amministrazione Trump di aver trasformato il Dipartimento in un bersaglio politico.
Non sono mancati poi, scontri con il consigliere commerciale della Casa Bianca Peter Navarro, che Musk ha definito “idiota” perché ha bocciato la sua proposta dazi zero tra Europa e Stati Uniti.
L’incarico al Doge, gli interessi personali e le ripercussioni sulle aziende di Elon Musk
A completare il quadro ci sarebbero anche gli interessi personali del miliardario sul lato della tecnologia. Secondo il Wall Street Journal, Musk avrebbe espresso un malcontento per l’accordo tra OpenAI e Abu Dhabi, penalizzante per la sua azienda. Ed avrebbe tentato di ostacolarlo.
E non è finita qui, perché il suo candidato alle elezioni giudiziarie in Wisconsin ha perso, nonostante i 25 milioni di dollari investiti nella campagna. Una spesa questa, che si aggiunge ai 300 milioni per sostenere la campagna elettorale che ha portato alla vittoria di Donald Trump. E una promessa in vista delle elezioni di midterm del 2026: 100 milioni per i repubblicani, che però non sono ancora stati versati.
Ma qual è stato nei fatti il lavoro fatto da Elon Musk a capo del Doge? Il Dipartimento ha effettuato un taglio del 12% della forza lavoro federale che si traduce in 260mila dipendenti mandati a casa attraverso prepensionamenti, licenziamenti e incentivi per l’uscita anticipata dal lavoro.
L’addio al Doge potrebbe però avere anche altre motivazioni di carattere professionale. Con il drastico crollo delle vendite Tesla, la priorità del magnate sarebbe ora riprendere in mano le sue aziende, anche perché il suo ruolo nell’amministrazione Trump lo ha reso una delle figure più controverse al mondo. Molti infatti, lo hanno accusato di avere conflitti di interesse.