Dazi all’Europa: cosa comporta la strategia di Donald Trump e i rischi per l’Italia

Donald Trump minaccia i dazi all’Europa: cosa rischia l’Italia e cosa si può fare per evitare scenari negativi per l’economia.

Donald Trump e Giorgia Meloni durante la visita della premier a Mar-a-Lago
Dazi all’Europa: cosa comporta la strategia di Donald Trump e cosa rischia l’Italia (Ansa Foto) – notizie.com

La politica protezionistica di Donald Trump non è una novità. Il tycoon aveva già annunciato i dazi in campagna elettorale e, non appena insediatosi alla Casa Bianca ha dimostrato di voler portare avanti il suo progetto.

Ha cominciato con il vicino di casa, il Canada e con Messico e Cina, firmando l’ordine esecutivo che prevede dazi del 25% ai primi due e del 10% per Pechino. L’energia canadese sarà tassata del 10% e i dazi saranno in vigore a partire dal 4 febbraio.

Il presidente Usa ha motivato la scelta riconducendosi al fatto che i tre Paesi non hanno fermato “l’ondata di farmaci velenosi negli Stati Uniti”. Nel mirino, proprio il fentanyl, droga più potente dell’eroina molto diffusa negli Usa. Trump ha anche accusato il Messico di avere “un’alleanza con i cartelli della droga“. 

Tremano anche i Paesi Brics, Brasile, Russia, Cina, India, Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etoipia, Iran e Indonesia. Trump ha minacciato tariffe del 100% nei loro confronti se creeranno una loro valuta come alternativa al dollaro. E ha lanciato un messaggio chiaro anche all’Europa: non farà sconti nemmeno al nostro Paese. “Ci ha trattati male, imporrò dazi sicuramente anche a lei”. 

La Commissione Ue si dice pronta ad affrontare i dazi Usa

La Commissione europea ha prontamente risposto a queste parole, dichiarando che “resterà fedele ai suoi principi e, se necessario, sarà pronta a difendere i propri interessi legittimi”. 

L’obiettivo di Donald Trump è imporre dazi nei confronti dei Paesi che non hanno un rapporto commerciale equilibrato con gli Stati Uniti d’America. Nel senso che esportano più di quanto importano dagli Usa.

Il ministero del Tesoro Scott Bessent avrebbe in programma di imporre tariffe universali del 2,5% sulle importazioni, da far salire gradualmente in modo da dare il tempo alle imprese e ai Paesi di negoziare con la Casa Bianca. Ma Donald Trump prevede percentuali più alte che vanno dal 10 al 25%, proprio come ha fatto con Cina, Canada e Messico e non graduali.

Un primo piano del presidente Usa Donald Trump
La Commissione Ue si dice pronta ad affrontare i dazi Usa (Ansa Foto) – notizie.com

La minaccia dell’America arriva proprio nel momento in cui l’agenda Draghi prevede una maggiore integrazione per rilanciare la crescita. La politica di Donald Trump sta trovando opinioni discordanti anche tra gli economisti Usa, che temono ripercussioni negative sui cittadini nella vita quotidiana. Ma il tycoon non ha intenzione di fermarsi e punta al lungo periodo: se all’inizio gli americani ne soffriranno, gli Usa cresceranno nei prossimi anni e di conseguenza migliorerà anche la vita delle persone.

Trump non ha parlato di un tempo preciso sui dazi all’Unione Europea e al momento non sembra che in automatico queste tariffe verranno applicate anche all’Italia. “Meloni mi piace molto, vediamo cosa succede”, ha dichiarato il presidente Usa a fine gennaio, rispondendo a una domanda proprio sui dazi.

La soluzione di Tajani: “Importare di più dagli Usa”

Sulla questione ha risposto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dichiarando che se l’Europa vuole evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, dovrà cominciare ad acquistare di più da loro. E non solo: dovrà anche aumentare i bilanci della Difesa (a proposito di questo, Trump ha minacciato di uscire dalla Nato) e deregolamentare per rafforzare l’economia dell’Europa.

In un’intervista a Politico.eu, il segretario di Forza Italia e vicepremier ha sottolineato che per evitare la minaccia dei dazi da parte degli Stati Uniti, dovrà acquistare di più da loro.

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