Conferenza Meloni, Antonio Noto a Notizie.com: “Ha anestetizzato i giornalisti. Voto alla forma 8, 6 per i contenuti”

“Non è stata una conferenza stampa conflittuale. Meloni ha anestetizzato i contenuti.  A lei dò voto 8 per la forma e la comunicazione, 6 per i giornalisti”. Antonio Noto per Noto Sondaggi, in esclusiva a Notizie.com, commenta le tre ore di incontro coi giornalisti che ha tenuto ieri il presidente del Consiglio

3 ore di Conferenza stampa, 381 accreditati, 45 domande sulla carta, 44 quelle effettivamente poste alla premier Giorgia Meloni nella consueta conferenza stampa indetta dall‘Ordine Nazione dei Giornalisti. Conferenza,  che da appuntamento di fine anno,  è diventata un inedito di inizio 2024, con tanto di fuori onda imprevisto e divertente.

Conferenza Meloni, Antonio Noto a Notizie.com
Il premier Giorgia Meloni, foto Ansa

Poco prima della fine Meloni, col suo modo diretto, sincero e ironico, chiede qualche istante di interruzione per una pausa pipì. Anche i politici hanno bisogni fisiologici. Ora a 24 ore dalla lunga, lunghissima conferenza dalla quale effettivamente ci si attendeva un pizzico di brio e appeal in più, qual è il giudizio di Antonio Noto, di Noto Sondaggi? Glielo abbiamo chiesto in esclusiva per Notizie.com.

Conferenza Meloni, Antonio Noto a Notizie.com: “Ha anestetizzato i giornalisti. Voto alla forma 8, 6 per i contenuti”

Conferenza Meloni, Antonio Noto a Notizie.com
Il sondaggista Antonio Noto – Notizie.com -© Ansa

Intanto dottor Noto, le chiedo di restituirmi una sua idea della conferenza stampa di ieri. Un suo commento, una sua analisi.

“Non è stata una conferenza stampa conflittuale. Dopo i rimandi dettati,  per carità da problemi di salute del premier Meloni, erano attese domande più “forti” sul lavoro che sta svolgendo il governo. In effetti però anche da parte dei cosiddetti giornalisti di opposizione,  sono arrivate domande scontate. Quindi alla fine l’incontro si è svolto in un clima sereno…Mi ricordo altre conferenze, come nel caso di Mario Draghi, che pure aveva un consenso addirittura superiore a quello di Meloni. Ecco quelle conferenze si svolgevano con un piglio di maggiore conflitto. Se analizziamo la cosa da un punto di vista di sentiment emotivo, Meloni è stata brava a gestire. Credo si possa anche parlare dell’utilizzo di una tattica  per favorire il clima che prima descrivevo”. 

A cosa si riferisce in particolare?

“Meloni salutava sempre i giornalisti che le rivolgevano domande e li ringraziava indipendentemente dalla questione che le veniva posta. Il premier ha poi mantenuto un tono pacato. Insomma, credo si fosse posta l’obiettivo di non scaldare gli animi. Saranno state tecniche di comunicazione suggerite? Mi è venuto in mente mentre ascoltavo la conferenza. Lei non ha mai usato una parola che potesse indispettire la platea, poi però da telespettatore devo anche dire che c’è stata un pochino di noia. Per tre ore non abbiamo ascoltato nulla di nuovo, stando ai contenuti. Meloni ha detto tutto quello che voleva dire, anche sul caso Pozzolo la cui risposta è arrivata alla domanda numero 16…”

Era attesa prima forse la domanda sul deputato Pozzolo secondo lei? 

“Ma questo non lo saprei dire, forse tutti se l’aspettavano molto prima! La cosa più conflittuale è arrivata sulla legge bavaglio credo. E mi pare di poter dire che le domande sui casi di cronaca più “scottanti” siano state poste  da cronisti di giornali che potremmo definire “amici” del governo. Quindi possiamo proprio che dire,  che sul piano politico non abbiamo ascoltato nulla di nuovo,  e Meloni ha mantenuto una certa ambiguità anche sulle cose che riguardano l’Europa. Candidatura sua compresa”. 

Ecco, a tal proposito: qualche giorno fa, lei in un’altra intervista disse che Meloni farebbe bene a candidarsi alle prossime elezioni europee. Dopo la conferenza stampa di ieri ne è ancora più convinto? 

“Assolutamente sì. Il partito senza di lei avrebbe problemi, è lei che trascina il partito, è lei il marchio forte di Fratelli d’Italia. E poi il premier ha detto ieri una cosa verissima durante la conferenza stampa. Gli elettori sanno che nel suo caso, se venisse eletta rinuncerebbe al seggio. Ma Meloni ha sottolineato come e quanto esista il voto emotivo. E dunque ha fatto bene dal canto suo a dirlo, perchè ha fatto capire quanto il voto eventuale sarebbe più su di lei che su FdI. Ecco, le suggerirei proprio di candidarsi se fossi parte del suo entourage. Se superasse anche di poco la barriera del 30% sarebbe una sua stra vittoria. Certo se arrivasse al 24% sarebbe una sconfitta, se raggiungesse il 26% un nulla di fatto. 

Ma il marchio FdI, dopo il caso Pozzolo, si è deprezzato?

“Ecco qui posso dire, che magari involontariamente, ieri il deprezzamento lo ha generato lo stesso presidente del Consiglio. Durante la conferenza stampa è arrivata sì la condanna all’operato di Pozzolo, ma anche la critica ai suoi uomini. C’è un passaggio soprattutto ad indicarlo,  immediatamente  successivo a quando Meloni parla della sospensione del suo deputato. Ma d’altro canto quello è stato un momento di sfogo vero, che ha evidenziato anche l’ego del premier. Poteva evitarlo? Beh così il marchio FdI diventa sempre di più marchio Meloni, ma chiedo in maniera retorica, non è forse quello che vuole fare il premier imboccando la strada del premierato?

Altra domanda e altra sensazione venuta fuori dalla conferenza di ieri. E’ d’accordo sul fatto che il presidente del Consiglio rintracci nel Movimento 5 Stelle e in Giuseppe Conte il reale avversario politico? Elly Schlein viene nominata poco o niente…

“Meloni vuole creare una lotta tra Pd e Movimento, alle europee non si  votano le coalizioni ma i partiti. Ma un errore qui per me il premier lo ha fatto. Quando le è stato chiesto se avrebbe accettato un confronto con la segretaria del Pd, lei nella risposta avrebbe dovuto includere anche gli altri leader di partito. Così di solito si fa…Una cosa che insomma non mi è piaciuta”. 

Domande e risposte “buone”, tutto sommato, pensando  ai dissidi, che pur ci sono, dentro la coalizione di governo. Dal Mes al caso Sardegna di stamattina…

“Sì, deboli i giornalisti e brava lei. Infatti non è passato il messaggio che nella coalizione esista un clima conflittuale, che pur si inasprirà considerata la campagna elettorale. E poi Meloni ha difeso Salvini in maniera esplicita sul caso commesse Anas. Ha voluto mandare un ulteriore messaggio agli alleati”.

Chiudiamo l’intervista allora coi voti a Meloni e ai giornalisti.

“Meloni ha anestetizzato i cronisti presenti, 8 per forma e comunicazione,  6 per i contenuti. Ma il voto ai giornalisti meglio non darlo, non vorrei inimicarmeli…”

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