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Sapelli: “La posizione della Corte dei Conti sul Pnrr? Questo governo non ha responsabilità sui ritardi”

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Francesco Spagnolo

Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica, in esclusiva ai nostri microfoni: “Bisogna assolutamente rispettare la posizione della Corte dei Conti”.

Il Pnrr ritorna a far discutere. Questa volta è stata la relazione della Corte dei Conti su eventuali ritardi ad accendere una polemica tra maggioranza e opposizioni. Il ministro Fitto in una nota ha ricordato che “l’attuazione di questo piano è una sfida per tutto il Paese e quindi serve un approccio costruttivo da parte di tutti“.

Giulio Sapelli in esclusiva ai nostri microfoni – Notizie.com – © Ansa

La nostra redazione ha contattato Giulio Sapelli per avere un quadro più chiaro su questo scontro a distanza che ha caratterizzato gli ultimi giorni. “La Corte dei Conti deve pronunciarsi sempre nei termini della legge – ha sottolineato ai nostri microfoni il professore ordinario di storia economica – e le sue posizioni devono essere sempre rispettate“.

Sapelli: “I ritardi sono colpa delle decisioni prese negli ultimi 30 anni”

Il commento del professor Sapelli sullo scontro Fitto-Corte dei Conti – Notizie.com – © Ansa

Professor Sapelli, come dobbiamo interpretare la posizione della Corte dei Conti sul Pnrr?

“La posizione della Corte dei Conti è il risultato di 30 anni di posizioni neoliberiste che hanno portato a decisioni molto discutibili come eliminare il turnover nei Comuni. Questi enti sono stati trasformati in aziende e quindi possiamo dire che i ritardi sono prevedibili“.

Quindi la colpa non è di questo governo?

Assolutamente no. Il governo sta affrontando una situazione molto complicata. La responsabilità è della triade Letta-Bersani-Prodi. In questo caso la Corte dei Conti ha semplicemente registrato un esito che era scontato ed è dovuto alle decisioni prese nei tre decenni precedenti“.

Come si può ricucire questo strappo tra governo e Corte dei Conti?

La Corte dei Conti è indipendente e quindi deve fare il suo dovere. Per questo motivo non è possibile una collaborazione tra i due poteri. Magari il governo deciderà di seguire in parte le indicazioni arrivate da questa relazione”.