Report e Moggi riaprono Calciopoli: retroscena e verità nascoste in una chiavetta usb

Il programma condotto da Sigfrido Ranucci svela aneddoti e curiosità riguardanti il processo che ha condannato la Juve nel 2006

Report riapre Calciopoli e il processo della Juventus del 2006. Il programma di Sigfrido Ranucci svela alcuni retroscena e aneddoti legati alla vicenda che ha mandato in serie B la società bianconera e tutta una serie di accuse mosse nei confronti dell’allora dirigente bianconero Luciano Moggi. Quest’ultimo ha consegnato la famosa chiavetta Usb che conterrebbe tutte le intercettazioni non entrate nel processo. «Su 170mila solo 25 riguardavano la Juve», ha sempre detto e confermato a Report l’ex dirigente della Juventus.

La trasmissione
Report la trasmissione di rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci (Ansa Notizie.com)

Durante la trasmissione lo stesso dirigente rivela che fu proprio Berlusconi che lo avvisò che era intercettato: «Guarda che sei intercettato, ma non c’è niente di penale». Non solo.  Il politico Pd Nicola Latorre aveva preannunciato all’ex designatore Paolo Bergamo, indagato insieme all’altro designatore Bergamo, avvisandolo che «stava cadendo la prima Repubblica del calcio».

Secondo Moggi ci fu un patto tra industriale Moratti e Tronchetti Provera per distruggere la Juventus

L'ex dirigente
L’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi (Ansa Notizie.com)

Una tesi che, secondo la stessa trasmissione resta «tutta da dimostrare», secondo la quale ci fu «un patto industriale», questa l’accusa di Moggi secondo la sua ricostruzione nella famosa chiavetta usb fra gli imprenditori Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera, in orbita Inter, ma anche Luca di Montezemolo. L’obiettivo? Portare alla corte della Juventus John Elkann al vertice del gruppo Fiat, mentre alla Juventus con Antonio Giraudo, all’epoca ad, sarebbe toccata ad Andrea Agnelli, figlio di Umberto Agnelli, al quale Giraudo era molto legato. Un giro e un’accusa molto forte e davvero tutta da dimostrare.

Qualcosa dal punto di vista penale però è arrivato. La Procura di Napoli infatti trovarono le famose schede telefoniche svizzere grazie alle quali Moggi interagiva con gli arbitri.  L’impianto accusatorio era chiaro: le sim svizzere date agli arbitri compiacenti servivano a dare le disposizioni per ottenere certi risultati. Alla fine furono tutti condannati. E su questo argomento l’ex designatore Bergamo a Report ha ammesso: «Le sim? Me l’ha data Moggi, mi ha detto “quando parliamo di arbitri magari usiamo questa perché possiamo essere intercettati anche noi”. Ma ho fatto 2-3 telefonate, poi ho detto, io non ce la faccio a usarla, e l’ha usata mia moglie. Era anomalo? Sì, era anomalo».

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