Attentato Tel Aviv, ucciso Alessandro Parini: il ricordo della famiglia

Attentato Tel Aviv, ucciso l’italiano Alessandro Parini: il ricordo da parte della sua famiglia

Attentato a Tel Aviv
Alessandro Parini, l’italiano ucciso in un attentato a Tel Aviv (Ansa Foto) Notizie.com

L’attentato di Tel Aviv ha inevitabilmente colpito non solamente Israele, ma anche il nostro Paese. Visto che la vittima, purtroppo, era un nostro connazionale. Si trattava di Alessandro Parini che, proprio nella Capitale estera, era arrivato solamente da qualche ora. Con un gruppo di amici per trascorrere i giorni di festività pasquali. Doveva essere una vacanza di divertimento e solo relax, ed invece si è trasformata in una vera e propria tragedia. A Tel Aviv, purtroppo, ha trovato la morte. Non per colpa sua, ma per via di un attentatore che ha deciso di investirlo, ad alta velocità, con la sua auto.

Fino a quando non lo ha centrato in pieno. Un impatto terribile, per l’avvocato nativo di Roma non c’è stato assolutamente nulla da fare. L’aggressore, dopo che aveva perso il controllo della sua vettura, è uscito dall’auto cercando di sparare all’impazzata a chiunque si trovasse vicino a lui. Fortunatamente tutto questo non è accaduto visto che alcune forze dell’ordine locali avevano intuito sin da subito che si trattava di un attentato e, con numerosi colpi di arma da fuoco, lo hanno ucciso all’istante. Ora rimane il dolore degli amici che erano con lui (rimasti feriti) e della famiglia del 35enne che lo ricorda commossa.

Tel Aviv, ucciso Alessandro Parini: il ricordo commosso della famiglia

Attentato a Tel Aviv
Alessandro Parini, l’italiano ucciso in un attentato a Tel Aviv (Ansa Foto) Notizie.com

Ad uccidere l’avvocato romano un arabo-israeliano, Yusef Abu Jaber. Arrivano dichiarazioni da parte di un altro italiano che si trovava accanto ad Alessandro: “Abbiamo sentito il rumore dell’auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro, abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue“. Ora Tel Aviv è sotto shock per quanto accaduto. Lumini, fiori e una bandiera italiana nel posto in cui il giovane avvocato è stato ucciso dall’attentatore alla guida di una Kia.

La famiglia, distrutta dal dolore, lo ricorda commossa: “Era educato e riservato. Viaggiava tanto e viveva da solo. L’avevo visto prima di partire. Era felice, certamente come chiunque a prima di un viaggio. Era un bravo ragazzo. Una persona meravigliosa ma in questo momento ogni parola sarebbe superflua“. Nel frattempo la famiglia dell’attentatore parla addirittura di un possibile “colpo di sonno” da parte di Abu Jaber.

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