Strage di via D’Amelio, nuova indagine che coinvolge quattro poliziotti, ma pochi ricordano

Il tribunale che lavora sul processo del depistaggio ha inviato alla procura di Caltanissetta i verbali delle deposizioni di alcuni testimoni ritenuti reticenti

Una delle stragi più brutte e allucinanti degli anni novanta. Di quelle che hanno segnato un’epoca e un’intera generazione. Basti pensare alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che per le uccisioni dei giudici Falcone e Borsellino ha deciso di entrare in politica. Ebbene, dopo anni nessuno si è mai dimenticato di quel giorno, è ben nitido nella testa e e nella mente di tutti o meglio non proprio di tutti. Già perché a distanza di anni c’è ancora in piedi un processo per il depistaggio di quel giorno.

Il processo
Un momentodurante il processo di depistaggio su Via D’Amelio (Ansa Notiziie.com)

Sono ben quattro i poliziotti sotto accusa per i misteri di via d’Amelio. Sono quattro testimoni dell’ultimo processo, quello legato al depistaggio delle indagini sulla morte del giudice Borsellino, ma c’è anche da valutare la posizione del falso pentito Vincenzo Scarantino: «L’ispettore Maurizio Zerilli ha detto 121 non ricordo, e non su circostanze di contorno», scrive il tribunale di Caltanissetta nelle motivazioni della sentenza.

A luglio la sentenza aveva assolto un poliziotto e due hanno beneficiato della prescrizione

Il ricordo
Fiaccolata per Paolo Borsellino in via D’Amelio 19 luglio 2021 (Ansa Notizie.com)

Da ricordare che a luglio sono stati giudicati altri tre poliziotti, di questi tre uno è stato assolto, mentre altri due hanno beneficiato della prescrizione. Di sicuro non proprio una bella figura, considerati gli oltre cento “non ricordo” di un altro ispettore, Angelo Tedesco. Per non parlare dei 110 collezionati dal suo collega Giuseppe Di Ganci. Non solo. Tra loro c’è il quarto poliziotto che era con loro che aveva il compito di indagare su quanto avvenuto di miserioso a via D’Amelio, Vincenzo Maniscaldi, ma anche lui scrivono i giudici di Caltanisetta che «non si è trincerato dietro ai non ricordo, ma si è spinto a riferire circostanze false»,

Tutti questi verbali sono stati trasmessi alla procura che ne trarrà le dovute conclusioni e soprattutto conseguenze. Tanto che per i poliziotti, dopo il loro atteggiamento, si profila l’iscrizione nel registro degli indagati per falsa testimonianza. Ad occuparsi del caso è adesso il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso.

Impostazioni privacy