Codice Appalti, la polemica della Lega con l’Anac. Poi arriva la nota del partito di Salvini

Il Codice degli Appalti, diventa il codice della discordia con uno scontro a distanza tra la Lega e l’Anac. Poi la polemica rientra con una nota emessa da fonti dello stesso partito del ministro Salvini

Grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del Presidente Anac, Busia, che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare”. Lo sottolineano fonti del Mit guidato dal vicepremier e Ministro Matteo Salvini, commentando le precisazioni del Presidente dell’Anticorruzione.

Giuseppe Busia, presidente Anac
Giuseppe Busia, presidente Anac, foto Ansa

A proposito del Nuovo Codice degli Appalti, infatti, a caldo Busia aveva gettato ombre “sui piccoli centri“: “appalti minori anche al cugino o a chi mi ha votato“. Dal Mit evidenziano che i contatti tra Salvini e Busia “non sono mai venuti meno, nemmeno nelle ultime ore. Il Ministro non si sottrae al confronto costruttivo per il bene del Paese e al fianco degli Amministratori Locali”.
Le prime parole di Busia avevano scatenato le durissime reazioni della Lega, che poi appunto nella note smorza i torni: “Evidentemente, sono servite per un chiarimento” .

Codice Appalti, la polemica tra la Lega e l’Anac

Giuseppe Busia, presidente Anac
Giuseppe Busia, presidente Anac, foto Ansa

Ma facciamo odine, quali erano state le parole del numero di Anac? E quando  erano arrivate? Le dichiarazione del presidente dell’Autorità anticorruzione avevano fatto seguito a quelle di  Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega. Busia dunque nella trasmissione  di ieri a Zapping su Radio Uno, aveva sottolienato come la principale ombra del Codice in questione fosse legata al fatto che sotto “i 150 mila euro si dà mano libera: si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete, il che vuol dire che si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosce, non quella che si comporta meglio” Parole che non sono andate giù al responsabile Enti locali del partito del vicepremier Salvini “Non può stare più in quel ruolo”, dice Locatelli. “Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile” aveva concluso.

Il nuovo Codice degli Appalti si basa sul principio della fiducia e sul principio del risultato. Spiace che l’attacco del presidente Busìa e dei detrattori della nuova norma risponda a una logica di deresponsabilizzazione che rischia di delegittimare il prezioso lavoro che le pubbliche amministrazioni svolgono ogni giorno nella gestione dei contratti pubblici”. A rincarare la dose ci ha pensato poi anche il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi (Lega).La norma approvata in Cdm due giorni fa allinea l’Italia all’Europa e la rende competitiva. Cambia la prospettiva e introduce una rivoluzione culturale. Facciamo tutti parte dell’amministrazione statale e ci troviamo in un momento storico in cui sarebbe auspicabile una unità di intenti. Il nuovo codice mette in condizione i sindaci dei piccoli comuni di rispondere con efficacia ed efficienza alle istanze delle proprie comunità. Senza dover aspettare mesi per esperire gare attraverso enti più grandi già gravati da mille altre priorità. Ma al contempo valorizzando la collaborazione con gli enti più grandi per gli affidamenti di importo maggiore. Da qui a parlare di favoritismi e corrutele ne passa.”

Codice Appalti, Busia (Atac) rivede dichiarazioni : “Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto.

Insomma la polemica dopo l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti, diventa il fulcro del dibattito politico e dello scontro verbale anche a distanza. Sabato Fillea CGIl ha annunciato la manifestazione delle piazze italiane, le associazioni di categoria in buona parte contestano le nuove norme approvate dal Governo. Poi tornando alle parole di Busia, il numero uno di Anac aggiusta il tiro rispetto alle dichiarazioni di meno di 24 ore fa. E lo fa dal salotto di la7 all’Aria che tira, “Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi. Svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità. Verso i sindaci Anac nutre solo ammirazione, come pure verso i funzionari pubblici. Sono persone nella stragrande maggioranza che servono l’istituzione e lavorano per fare bene. La fiducia che Anac dà ai sindaci è piena. Non solo. Anac si affianca alle amministrazioni che stipulano con noi un protocollo d’intesa, e le aiutiamo controllando gli atti prima e durante la gara, per ridurre il contenzioso“.

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