Bologna, omicidio Alessandra Matteuzzi: nuovi dettagli inquietanti

Omicidio Alessandra Matteuzzi, ci sono dei nuovi particolari a dir poco inquietanti per quanto riguarda l’uccisione della donna

Omicidio Alessandra Matteuzzi
Omicidio Alessandra Matteuzzi (screenshot video YouTube) Notizie.com

Emergono nuovi particolari inquietanti per quanto riguarda l’omicidio di Alessandra Matteuzzi. Ovvero la donna che, lo scorso 23 agosto, è stata ucciso sotto la casa dal suo ex fidanzato, Giovanni Padovani. A rivelarle ci ha pensato il vicino di casa della 56enne che avrebbe visto il delitto. Successivamente l’uomo sarebbe stato ascoltato dalla squadra mobile. Lo stesso ha rivelato di aver assistito ad una scena “cruenta”. L’uomo intervenne, ma oramai era già troppo tardi. L’obiettivo era quello di calmare il calciatore dilettante 27enne, ma aveva già colpito la donna con un martello, con una panchina e presa a calci e pugni quando già era morta.

Dopo averla uccisa Padovani avrebbe preso il cellulare della donna ed avrebbe mostrato le chat della stessa al vicino: “Guarda, vedi che mi tradisce‘”. Anche un’altra vicina era intervenuta perché richiamata dalle urla della donna. Ai vicini l’assassino avrebbe detto: “Non ce l’ho con voi. Tanto in carcere ci vado“. Non è finita qui visto che l’anno prima, precisamente nel novembre del 2021, lo stesso Padovani aveva fatto assumere anche un investigatore privato con l’obiettivo di far controllare la compagna. Dopo aver letto sui giornali dell’omicidio, lo stesso investigatore avrebbe riferito tutto quello che sapeva alla squadra mobile.

Omicidio Alessandra Matteuzzi: nuovi particolari sulla morte della donna

Omicidio Alessandra Matteuzzi
Giovanni Padovani (screenshot video YouTube)

Era ossessivo“, questo è quello che l’investigatore ha confermato agli inquirenti. Tanto è vero che le sue richieste rasentavano le più totali “assurdità”. Tanto è vero che lo chiamava addirittura 10-15 volte al giorno. Anche in orari notturni: pretendeva di avere ulteriori informazioni sulla donna. Il lavoro con Padovani era durato solamente tre giorni visto che l’investigatore ha interrotto il rapporto per via della sua troppa insistenza su questa vicenda. Ed anche a certe cose che non avrebbe mai potuto effettuare visto che non era il modo di lavorare che applicava.

Tanto è vero che, tra le sue assurde richieste, c’era anche quella di seguirla fin dove lavorava e piazzare una mini telecamera all’interno del bagno per capire i suoi spostamenti. Nel frattempo la prima udienza del processo è fissata per il 3 maggio. Il tutto si svolgerà davanti alla Corte di assise. Le accuse nei confronti dell’aggressore sono fin troppo gravi: omicidio aggravato da premeditazione, stalking, futili motivi e legame affettivo.

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