Inquinamento, gli ultimi dati di Legambiente sono preoccupanti

Inquinamento, gli ultimi aggiornamenti che arrivano direttamente da parte di Legambiente sono a dir poco preoccupanti. I numeri, che riguardano appunto il nostro Paese, lanciano un grande campanello d’allarme

Ultimi dati Legambiente
Inquinamento (Ansa Foto) Notizie.com

Se non è allarme allora davvero poco ci manca. Parliamoci chiaramente: le ultime notizie che riguarda l’inquinamento delle città italiane vanno decisamente oltre i limiti per la salute. A rendere noto il tutto non poteva che essere un rapporto firmato da Legambiente. Basti pensare che, almeno 72 centri su 95, risultano del tutto fuori legge. Risultati che riguardano lo scorso anno. In particolar modo alla quantità di polveri sottili Pm10. Tanto è vero che hanno superato il limite raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come media annuale di 20 microgrammi per metro cubo di aria.

Solamente 23 città su 95 (in prevalenza dal riscaldamento) sono quelle che hanno superato la soglia consentita. Vale a dire il 24% del totale. Numeri che non soddisfano affatto i vertici alti. Per Legambiente non ci sono particolari dubbi: alcune città devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni di inquinanti. Tanto da adeguarsi a dei nuovi limiti stabiliti da parte dell’Unione Europea. Le stesse che, però, entreranno in vigore tra un bel po’ di anni: precisamente a partire dal 1 gennaio del 2030. Per la precisione: 20 µg/mc da non superare per il Pm10, 10 µg/mc per il Pm2.5, 20 µg/mc per l’NO2.

Inquinamento, Legambiente lancia campanello d’allarme nel nostro Paese

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Inquinamento (Ansa Foto) Notizie.com

Sono stati resi noti anche i nomi delle città che devono fare qualcosina in più. In particolar modo Torino e Milano (riduzione necessaria del 43%). Successivamente troviamo: Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%) per il Pm10. Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) per il Pm2.5; Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%), per l’NO2.

Per l’associazione la tendenza di decrescita dell’inquinamento è decisamente troppo lenta. Anche perché le città, in questo modo, rischiano nuove sanzioni e soprattutto problemi sanitari non da poco e decisamente da non sottovalutare. In conclusione: le città che sono più distanti  per il Pm10 “dovrebbero ridurre le proprie concentrazioni tra il 30% e il 43% entro i prossimi sette anni”. Anche se, secondo gli ultimi dati, potrebbero impiegarne ben 17 (2040 invece che il 2030). Soprattutto: Modena, Treviso, Vercelli. Queste ultime potrebbero impiegare addirittura 30 anni. Se non qualche anno in più. Stesso discorso vale anche per Catania (addirittura più di 40 anni).

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