Juve, l’intercettazione che cambia gli scenari: “Non ci succede nulla”

Una intercettazione durante una cena nell’estate del 2021 è alla base dell’inchiesta da parte della Procura. Intanto emergono nuovi dettagli che potrebbero riguardare altri club.

Un terremoto che non si placa, si arricchisce di dettagli che fanno tremare la Juve e che sono alla base dell’inchiesta della Procura.

L'azionista
Pavel Nedved e Andrea Agnelli (Ansa)

Al centro dell’inchiesta ci sarebbe anche una intercettazione, che probabilmente darà il via alla richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e altri dirigenti e ormai ex dirigenti del club. “Al fine di conseguire un giusto profitto gli indagati esponevano fatti materiali non rispondenti al vero”, si legge nei capi di imputazione di una inchiesta che entra ora nel vivo, e che come fulcro centrale si basa anche su una chiacchierata registrata al tavolo di un ristorante fra il direttore della Juve Federico Cherubini, non indagato, e Stefano Bertola, Chief financial officer. Spunta il nome di Fabio Paratici, con cifre chiare, e quella indicazione potrebbe essere determinante.

Juve, le parole di Cherubini e l’intercettazione chiave

Federico Cherubini
Federico Cherubini (LaPresse)

I magistrati della procura di Torino hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio nel procedimento sui conti della Juventus. L’atto di accusa formulato impone ad Agnelli, Nedved e gli altri componenti del club, di rispondere alle accuse mosse alla Juventus sulle plusvalenze artificiali e su quel denaro del quale non ci sarebbe traccia sul bilancio.

Alla base delle accuse ci sarebbe quindi anche una intercettazione che potrebbe avere un ruolo chiave, perché le parole arrivano da membri molto importanti dello staff dirigenziale bianconero. Durante una cena ci sarebbe la conferma che dimostrerebbe l’alterazione dei bilanci da parte del club. Lo riporta il quotidiano Il Messaggero, con un virgolettato in cui Cherubini, seduto al tavolo con Bertola chiarisce un aspetto preoccupante che lo aveva spinto ad avvertire Paratici di ciò che stava accadendo. “Io a Fabio gliel’ho detto: quest roba è una cosa lecita, ma lui l’ha spinta troppo. Mi rispondeva che se metto 4 o 10 milioni non cambia nulla, non ci succede nulla”. Nuovi elementi quindi che espongono il club e i tesserati ad accuse più rilevanti. E intanto la Procura di Torino potrebbe inviare il materiale ad altre Procure competenti che potrebbero essere coinvolte nelle plusvalenze con la Juventus in una fase caldissima per il club.

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