Tensione Roma-Parigi sullo sbarco dei migranti

IL governo è per la fermezza e per far rispettare le leggi internazionali ma non ha strumenti per bloccare le Ong

La tensione tra Roma e Parigi è salita con il trascorrere delle ore. E mentre la Ocean Viking della Sos Mediterranee, con a bordo 243 persone, vagava tra la Sicilia e la Corsica in attesa dell’indicazione di un porto dove approdare, si è arrivati allo scontro frontale. Tanto che lunedì prossimo, scrive il Corriere della Sera, quando si riunirà a Bruxelles il consiglio per gli Affari Esteri, l’Italia chiederà di discutere la questione migranti pur consapevole che non si tratta di un punto all’ordine del giorno. L’obiettivo appare evidente: rivendicare la linea della fermezza, sfidando i partner europei a provvedere all’accoglienza delle navi che battono la loro bandiera. E intanto puntare direttamente ai responsabili delle Ong. Un’arma che però si sta rivelando spuntata. La denuncia contro i comandanti della Humanity 1 e della Geo Barents per non aver rispettato l’ordine di lasciare il porto dopo lo sbarco dei migranti non prevede infatti alcuna conseguenza penale, ma soltanto una multa.

L'incontro
L’incontro a Roma tra Meloni e Macron (Ansa)

Il botta e risposta Il dialogo sembrava ben avviato martedì pomeriggio quando Ocean Viking comunica di fare rotta verso la Francia e si scopre che la decisione di Parigi è arrivata «dopo un colloquio a Sharm el Sheikh tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron». La tifoseria italiana si scatena. «Bene così, l’aria è cambiata», commenta la Lega. «La fermezza del governo paga», fa eco Forza Italia. In realtà la telefonata tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con il collega francese Gérald Darmanin non è servita a raggiungere un vero e proprio accordo, tanto che i migranti sono sbarcati a Catania per ordine dei medici.

Caos a livello europeo, è un tutti contro tutti

Il ministro
Il ministro dell’Interno Piantedosi (Ansa)

I politici del centrodestra rivendicano però la vittoria dell’Italia e ormai è sera quando una nota di Palazzo Chigi prova a smorzare l’esultanza manifestando «apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria» e impegno «a trovare una soluzione condivisa nel pieno rispetto dei diritti umani e del principio di legalità». Evidentemente, però, è troppo tardi. Appena un’ora dopo il governo francese dirama un comunicato in cui definisce «inaccettabile il comportamento delle autorità italiane, ci aspettiamo altre cose da un Paese che oggi è il primo beneficiario del meccanismo di solidarietà europea». La linea di Parigi In realtà la linea della Francia è sempre stata questa. Il ministro dell’Interno, Darmanin, ha ripetuto nei giorni scorsi che secondo il diritto internazionale la Ocean Viking doveva attraccare in Italia e poi la Francia avrebbe fatto la sua parte prendendosi una parte dei passeggeri.

E ieri questa tesi è stata ripetuta del portavoce del governo, Olivier Veran intervistato dalla radio del servizio pubblico France Info : «La verità è quel che è stato firmato dagli Stati europei, che impegna anche l’Italia, che riceve fondi per questo. È un meccanismo umanitario di solidarietà europea che è alla base del funzionamento dei Ventisette. Questa nave deve essere accolta in Italia». Veran è stato ministro della Sanità durante l’emergenza Covid e gli si prestano ambizioni per succedere a Macron nel 2027. Come portavoce del governo ieri è stato molto duro, e in Italia c’è il sospetto che i toni si siano inaspriti anche per rispondere agli esponenti della destra francese contrari a qualsiasi cedimento come ha chiarito Jordan Bardella il presidente del Rassemblement National che ha preso il posto di Marine Le Pen: «Con noi, l’Ocean Viking non sbarcherebbe mai sulle coste francesi».

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