La seconda vita di Asprilla: dal Parma al commercio di…preservativi

Probabilmente non tutti conoscevano la seconda vita di Faustino Asprilla. Dopo che l’ex bomber del Parma ha appeso le scarpette al chiodo ha completamente cambiato modo di vivere e lo ha spiegato in una recente intervista.

Per molti amanti del calcio era considerato un vero e proprio idolo. Adesso, dopo che leggerete le sue ultime dichiarazioni, lo sarà ancora di più.

La seconda vita di Faustino Asprilla
Faustino Asprilla (Ansa Foto)

Probabilmente i tifosi gialloblù lo avranno immediatamente riconosciuto dalla foto: stiamo parlando di Faustino Asprilla. Portato in Europa proprio grazie al Parma, rimase in Italia per quattro anni, prima della cessione in Inghilterra al Newcastle. In Premier League ci rimarrà per un anno e mezzo, poi il ritorno ancora al Parma.

Nel 1999, però, il ritorno in Sudamerica tra Brasile, Messico, Cile ed Argentina. Da molti considerato una vera e propria “testa calda”. Non solo per quello che faceva in campo, ma soprattutto fuori. Prima, però, andiamo con ordine. Ben trent’anni fa l’acquisto da parte del Parma di Scala, anche se la trattativa non fu delle più semplici. Acquistato dal Nacional Medellin, a dare il definitivo “ok” per la cessione fu nientemeno che il capo dei narcos colombiani, Pablo Escobar.

Entrò subito nel cuore dei suoi nuovi tifosi a suon di gol e “capriole” (il suo modo di esultare). A distanza di anni, però, vive in Colombia a Tulua Valle e tifa ancora per i gialloblù e per uno dei suoi più grandi amici dell’epoca, Gianluigi Buffon. Adesso, vi starete chiedendo, cosa fa nella sua vita? Diciamo che ha cambiato completamente ramo e che ha continuato a stupire.

La seconda vita di Asprilla: tutto quello che non sapevate

La seconda vita di Faustino Asprilla
Faustino Asprilla (Ansa Foto)

Per chi non lo sapesse il colombiano ha una azienda agricola, vende canna da zucchero al suo governo e per non farsi mancare nulla commercializza preservativi. Del suo arrivo in Italia ricorda la bella vita e soprattutto le belle donne. Poi l’aneddoto sui rubinetti: “Volevo spedire ai miei familiari in Colombia qualcosa che potesse sembrare molto costoso: vidi dei rubinetti dorati in un grande magazzino, ne acquistai dieci scatole, le mandai in Sudamerica e io, per quelli di Tulua, diventai il riccone che aveva sfondato nel calcio italiano. Credevano fossero d’oro, mica di metallo. Dalle mie parti l’apparenza conta spesso più della sostanza“.

Con il Parma conquistò trofei importanti, anche se con Scala il rapporto non era dei migliori: “Non stavo alle regole, una volta voleva farmi correre attorno ai bastoni della Cittadella. Gli dissi che non ero mica Forrest Gump. Per me nel calcio non esistono né regole e né schemi. Poi la sua giornata tipo: “Sveglia a mezzogiorno, colazione di frutta abbondante, riposino pomeridiano. Doccia, cena e feste fino all’alba”.

Poi un altro aneddoto che poteva costargli caro: “Ricordo che festeggia il Capodanno del ’95. Sparai in aria vari colpi di rivoltella. I poliziotti colombiani mi portarono in caserma, i dirigenti del Parma dovettero pagare la cauzione. Pensate che la domenica dopo c’era Parma-Juventus“.

 

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