Ucraina, con la guerra arriva il nuovo accordo Usa-Ue sui dati personali?

La Commissione europea e della Presidenza degli Stati Uniti hanno annunciato la conclusione dell’accordo transatlantico sui dati personali. Come ci si è arrivati e cosa cambia ora?

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(Ansa)

Questo dovrebbe costituire una base di legittimazione per i flussi transfrontalieri degli stessi più solida dei due accordi precedenti, passati al vaglio di quella che è stata ridefinita la “saga Schrems” e da questa invalidati.

Per capire se e come l’accordo si differenzia dai precedenti, bisognerà vederne la traduzione nel testo giuridico definitivo. La Commissione europea si è tuttavia detta ottimista. Secondo questa, il quadro di riferimento introdotto dall’accordo obbliga gli Stati Uniti ad attuare alcune importanti riforme in rafforzamento della protezione della privacy dei cittadini europei rispetto alle attività di intelligence americane.

I cinque punti principali dell’accordo

L’accordo si può sintetizzare in cinque mosse. La prima riguarda la maggiore aderenza americana rispetto ai principi guida di necessarietà e di proporzionalità delle limitazioni della protezione dei dati personali. La seconda riguarda l’adozione di regole chiare e vincolanti sulla limitazione dell’accesso ai dati personali da parte delle autorità di intelligence statunitensi.

La terza è la previsione di un nuovo sistema di ricorso con due gradi di giudizio per la risoluzione dei reclami dei cittadini europei. La quarta riguarda la specificazione di obblighi stringenti per le imprese che trasferiscono dati personali fuori dall’Unione. Infine, la quinta e ultima mossa riguarda la costruzione di specifici meccanismi di monitoraggio e revisione.

Al netto di tutto ciò, è importante anche sottolineare il contesto storico in cui l’accordo si presenta. Che è quello della crisi ucraina, che ha reso più impellente il bisogno di ottenere informazioni in tempo reale sui piani bellici russi da parte delle agenzie di intelligence Usa. Da qui, la ricerca di un accordo sul trasferimento dei flussi transfrontalieri di dati.

Messo in luce anche dalla mutata posizione delle Big Tech a partire dallo scoppio del conflitto, che hanno deciso di prendere una posizione forte a favore dell’Ucraina, che va ben oltre la neutralità, ma al contrario agendo pesantemente sulle informazioni russe e favorendo la permanenza in rete della voce della resistenza ucraina.

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