Putin alza la posta: “Le nostre armi non hanno eguali”. Ma è davvero così?

Mentre in Ucraina cominciano a piovere missili dal cielo, il presidente russo alza il tiro e avverte il mondo con toni aggressivi: “State attenti”.

vladimir putin
(Ansa)

In queste ore la crisi in Ucraina è definitivamente scoppiata. Nel mentre, soltanto la sera prima dell’invasione russa da Mosca il presidente Putin dichiarava che la Russia è attualmente in possesso di “armi che non hanno eguali nel mondo”.

Le parole di Putin sulle armi dell’esercito russo

L’agenzia Ria Novosti ha infatti riportato le parole di Putin. “È stata messa in servizio un’arma che non ha eguali al mondo“, è quanto affermato dallo “Zar” russo nel suo videomessaggio in cui ha elogiato l’arsenale militare russo, mentre ha assicurato che il suo Paese continuerà ancora a sviluppare sistema d’arma in grado di attaccare con la massima violenza.

Tra questi, sistemi ipersonici basati su tecnologie d’avanguardia e su nuovi principi fisici, oltre che armi centrate sulle tecnologie digitali avanzate e su elementi di intelligenza artificiale. “Continueremo a sviluppare sistemi d’arma promettenti, compresi quelli ipersonici e basati su nuovi principi fisici, e ad espandere l’uso di tecnologie digitali avanzate ed elementi di intelligenza artificiale”.

Lo aveva già affermato il 2 luglio dello scorso anno al G20 Svetlana Lukash, lo Sherpa del Presidente russo Vladimir Putin, sostenendo l’adozione da parte della Russia di una strategia di sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, in linea con le raccomandazioni dello stesso G20. Un’esigenza, quella di ridurre il differenziale esistente in termini di Intelligenza Artificiale con gli Stati Uniti e la Cina, che per Putin ha acquisito maggiore rilevanza dopo l’esperienza militare russa in Siria dal 2015.

Già da anni Putin lavoro sull’uso dell’IA nell’esercito russo

In quell’occasione lo Stato Maggiore russo ha rilevato l’importanza di queste tecnologie di intelligenza artificiale, come i sistemi robotici militari, in termini di scarto tra capacità massima e operatività effettiva, e nel 2017 lo Zar ha riconosciuto l’autonomia di questi sistemi come priorità per trasformare alla radice il modus operandi dell’esercito russo.

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Per Putin infatti sono queste “davvero le armi del futuro”, capaci di aumentare di “mille volte” il potenziale di combattimento delle forze armate russe. E di risultare una garanzia affidabile “per la sicurezza nazionale, la vita pacifica dei cittadini e lo sviluppo stabile e progressivo della Russia”.

È la follia della guerra, che fa il paio con lo stile comunicativo putiniano, dove tra i messaggi contrastanti inviati ne restano anche alcuni in cui si dice pronto a una soluzione diplomatica con Kiev e l’Occidente. Anche solo a patto che si rispettino “gli interessi e la sicurezza dei nostri cittadini”, che “non sono negoziabili”.

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“Il nostro Paese è sempre aperto al dialogo diretto e onesto per trovare soluzioni diplomatiche ai problemi più complessi”, ha infatti detto Putin nello stesso messaggio, ricordando allo stesso momento, con un colpo al cerchio e l’altro alla botte, che “gli interessi e la sicurezza dei nostri cittadini non sono negoziabili”.

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