Covid, l’allarme di Federalberghi: “Il governo caccia i turisti dall’Italia”

Le regole anti contagio imposte dal Governo italiano al settore del turismo scoraggiano gli arrivi: l’allarme di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. 

Il settore del turismo vive tempo difficili. Dall’inizio della pandemia da Covid 19, alberghi e strutture ricettive, oltre che l’intero comparto turistico, soffrono regole stringenti e cambi repentini di normative che obbligano a continui ripensamenti e adattamenti. Alla mancanza di sussidi, si aggiungono l’assenza o comunque la riduzione in massa di persone in arrivo e cancellazioni all’ultimo minuto, causa contagi imprevisti o positività dell’ultima ora.

Questa serie di fattori incide fortemente sul settore turistico, ormai allo stremo così come moltissimi altri settori dell’economia del Paese. Stando ai dati dell’osservatorio Federalberghi, nel 2021 sono andate in fumo 148 milioni di presenze turistiche. Guardando al 2019, l’ultimo anno pre pandemia, il numero equivale alla cancellazione di un pernottamento su tre. Guardando ai soli turisti stranieri, la perdita diventa di uno su due, per un totale di 115 milioni presenze estere perse.

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Diverse le norme imposte dal Governo al settore del turismo che, però, scoraggiano gli arrivi. “Immaginate un turista che arriva in Italia per vacanza e che prima di andare in albergo deve fare un tampone”, dice Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi.  Intervistato a Il Fogliettone, Bocca ha ricordato che se è vero che vaccini e misure di distanziamento ci rendono più sicuri, “non possiamo dimenticare che per molti è ancora vietato entrare in Italia e che anche gli italiani vanno alla scoperta della propria nazione con maggiore difficoltà”.

Un’altra fortissima contraddizione riguarda il fatto che il Green Pass, in Europa, ha durata di 9 mesi, mentre in Italia solo sei. Bocca denuncia anche la “farraginosità e la poca chiarezza normativa delle regole anti covid per albergatori”, che ne rende complicata la comprensione. “Se siamo prima noi stessi a non capire nulla, come possiamo spiegarlo a un turista straniero? Questa è l’ennesima cartina tornasole della burocrazia e delle norme italiane, urgono regole che ci mettono ad armi pari con i nostri competitors, Francia, Spagna e Grecia”, prosegue.

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Il presidente di Federalberghi ha poi ricordato che se si entra con il certificato vaccinale in Francia o in Spagna, si può avere accesso anche agli alberghi. Cosa che non accade in Italia, dove un turista ha obbligo di effettuare tampone prima di avere accesso alle strutture. L’appello è avere regole più chiare almeno per la Pasqua: “Regole chiare, semplici e uguali se non migliori dei nostri competitors. I ristori non sono stati sufficienti  a pagare le imposte e neanche l’Imu. Se lo Stato realmente voleva aiutare gli albergatori, rinviava il pagamento della tassa o la rateizzava. Nella Legge di bilancio hanno cassato l’emendamento che chiedeva la riduzione dell’imposta”. 

Cosa fare in vista dell’estate? “Il Governo deve prendere in mano la palla. Non si può governare soltanto agendo sulla sanità, bisogna trovare un equilibrio. Bene la salute, ma a un Paese serve l’economia. Bisogna uniformare la normativa con i Paesi competitor e intervenire sui costi fissi”, conclude.

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