Il grido di dolore del Papa per la tratta delle “schiave dei trattanti”

Il grido di dolore di Bergoglio per il dramma della tratta degli esseri umani, spesso di tante “schiave dei trattanti”. “Oggi succede questo, nelle nostre città. Pensiamoci sul serio”

papa angelus
(Ansa)

Al termine dell’Angelus il Pontefice ha ricordato che martedì prossimo la Chiesa celebra la memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, e che nello stesso giorno si celebrerà la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. “Questa è una ferita profonda inferta dalla ricerca vergognosa di interessi economici senza alcun rispetto per la persona umana”.

“Tante ragazze, le vediamo sulle strade, che non sono libere, sono schiave dei ‘trattanti’, che le mandano a lavorare e se non portano i soldi le picchiano. Oggi succede questo, nelle nostre città. Pensiamoci sul serio”, è la dolorosa presa d’atto di Bergoglio, che invita quindi alla riflessione e all’azione di fronte a un dramma che segna le strade di tante città, sotto gli occhi di tutti, e soprattutto di tanta indifferenza di cui si è spesso colpevoli.

La Parola che si fa strada nella “notte delle reti vuote”

Il Vangelo di oggi riporta il celebre passaggio della “pesca miracolosa”, il momento in cui l’annuncio della rivelazione cristiana ebbe inizio. Gesù, si narra nelle Scritture, sale sulla barca di Pietro dopo il loro fallimento umano e professionale. Durante la notte non erano riusciti a pescare nulla, e le loro reti erano vuote.

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Di fronte allo scoramento però, Cristo, che era attorniato da una folla di uomini venuto ad ascoltarlo, prende sul serio questa disperazione e invita Pietro a prendere il largo e gettare le reti. Lo stesso, ha spiegato il Papa, la Parola invita a fare a chiunque la ascolti. A non cedere cioè al pessimismo e alla sfiducia, ma ad allargare lo sguardo alla speranza di chi cammina con Cristo in una vita nuova.

“Dio non vuole una nave da crociera, gli basta una povera barca sgangherata, purché lo accogliamo”, ha affermato il Papa, ricordando che spesso si vive la “notte delle reti vuote”, quella in cui davanti a tanto impegno non si vedono risultati. Quando cioè “ogni giorno cerchiamo di portare avanti progetti e vivere l’amore delle nostre relazioni, ma restiamo con un senso di sconfitta e nel cuore nascono delusione e amarezza”.

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Quella barca vuote, ha concluso il papa, diventa la “cattedra” di Gesù, perché è da quella desolazione che la sua Parola entra nel cuore di chi ha fede. “Gesù vuole entrare nei nostri cuori e riempirli con la sua presenza, servirsi della nostra povertà per annunciare la sua ricchezza, delle nostre miserie per proclamare la sua misericordia”, ha concluso il Papa. “É il Dio della vicinanza che vuole salire sulla barca della nostra vita, così com’è”.

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