Il 2021 della politica italiana: l’avvento di Draghi e l’addio di Mattarella

365 giorni di grandi battaglie: dalla caduta di Conte all’arrivo di Draghi, fino alle amministrative di Ottobre

Mario Draghi, Giuseppe Conte e il presidente Mattarella_ tre protagonisti dell’anno politico

La caduta di Conte, l’insediamento di Draghi, le prime schermaglie per l’elezione del Presidente della Repubblica e la continua lotta al Covid, tra l’inizio della campagna vaccinale, tamponi, le varianti Delta ed Omicron e le nuove misure restrittive. Il 2021 della politica italiana è stato ricco di battaglie, avvenimenti e colpi di scena. 365 giorni ricchi di battibecchi e diatribe, con lo sfondo di un’Italia sempre più divisa e in lotta contro la pandemia e le difficoltà causate dai vari lockdown e chiusure.

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A dare il via alla “guerra politica” è stato Matteo Renzi, che ha aperto la crisi, fatto vacillare e, quindi, contribuito decisamente alla caduta del governo Conte bis, giallo-rosso-viola. Subito dopo è iniziata, quindi, la stagione dell’esecutivo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, appoggiato dal Partito Democratico, dai Cinquestelle più Forza Italia, ma anche dalla Lega. Solo Fratelli d’Italia e Sinistra italiana, fra i partiti principali, scelgono di stare all’opposizione di un governo chiamato ad affrontare partite delicate come il rilancio della campagna di vaccinazione anti-Covid, con l’Italia in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Per ricucire lo strappo iniziale Draghi saluta il Commissario all’emergenza Arcuri (al centro delle polemiche) e lo sostituisce con il Generale Figliuolo.  Le urne anticipate vengono viste da quasi tutti i leader come un salto nel buio. Arriva il momento di una chiamata alla responsabilità per la politica in una fase cruciale per il nostro Paese.

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Sotto l’occhio vigile del Presidente Mattarella, l’esecutivo va avanti. Non senza difficoltà. Draghi riesce nell’impresa di far coesistere forze politiche agli opposti. Se le elezioni politiche spaventano la maggior parte dei leader, le amministrative del 3-4 ottobre spingono tutti i protagonisti a fare autocritica. Il motivo è presto detto. Al di là dei risultati, che vedono un centrodestra appannato, un Pd rampante e un M5S azzoppato, sono i dati dell’affluenza ad allarmare. Con tutte le grandi città chiamate al voto, da Roma a Napoli, da Milano a Torino, quasi un italiano su due non va a votare: alle urne si presenta solo il 54,7% degli aventi diritto contro il 61,58% del 2016.

Il 2021 si chiude con la corsa al Quirinale e con i sondaggi che premiano il Partito Democratico di Enrico Letta che si consolida al primo posto nei sondaggi di tutti gli istituti demoscopici: da Euromedia Reserch (21,3%) a Ipsos (20,7%), da Swg (22,2) a Demopolis (21,4), da Tecnè (21,7) a Ixè (22,4) con la sola eccezione di Termometro politico che dà in vantaggio di un punto Fratelli d’Italia: 21,1 a 20,1. Il partito di Giorgia Meloni, per molti sondaggisti, tallona insomma il Pd, con un 19,5% di tutto rispetto. Risale la Lega, che si attesta tra il 20,1 di Ipsos e il 17,8 di Euromedia research. Resta comunque fermo al terzo posto. I 5Stelle invece non riescono nella scalata, neanche con l’avvento della nuova guida affidata a Giuseppe Conte e oscillano tra il 15,5 e il 16,4%. In lieve ripresa Forza Italia che supera soglia 8%, grazie anche alla maggiore visibilità di Silvio Berlusconi nello scenario della corsa al Colle.

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