“Nelle trasmissioni sportive solo pin up”: impazza la polemica

Siti di informazione, radio e giornali iniziano a porsi domande sul ruolo delle donne nelle trasmissioni sportive televisive

La vicenda legata a Greta Beccaglia, la giornalista di una televisione toscana molestata al termine della sfida tra Empoli e Fiorentina da un tifoso viola uscito dallo stadio Castellani, continua a tenere banco. La giornalista ha denunciato l’uomo, che ha provato a scusarsi con delle interviste rilasciate ad alcune testate.

Unanime lo sdegno e il supporto alla cronista toscana, ma c’è anche chi sta ponendo altri dubbi. Legati soprattutto al ruolo delle donne all’interno di diverse trasmissioni sportive. Siti d’informazione, radio e giornali, si stanno chiedendo il ruolo destinato alle donne nei programmi tv. E’ il caso di Marta Cagnola, conduttrice radiofonica di Radio 24, che attraverso un tweet lancia un interrogativo: “Chiamatemi quando prenderanno giornaliste sportive brutte o sovrappeso”.

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La giornalista ha ricevuto commenti positivi, ma è stata anche subissata di critiche. Alle quali ha cercato di rispondere con educazione. Le giornaliste sportive oltre che brave devono anche rispondere a canoni estetici precisi. io un nesso con un coglione che pensa di poter passare al pizzicotto ce lo vedo”, ha risposto al tweet di un utente che le chiedeva spiegazioni.

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Ma non si tratta dell’unica voce a lanciare dubbi sulle modalità di scelta di editori e testate televisive. Anche Concita De Gregorio, in un editoriale su Repubblica, si pone dei dubbi: “Detto questo mi domando se nel giornalismo televisivo sportivo la ricorrenza di conduttrici e croniste con fisico da pin up (possibili talenti, come detto al punto 4) sia una casuale ricorrenza statistica, cioè se le pin up proliferino lì più numerose che in natura o se sia invece un criterio di selezione adottato da chi ha il potere di scegliere – editori, direttori, capiredattori – con la speranza di sollevare, si dice, l’audience. Perché se così fosse – ma è solo un dubbio – sarebbe questo, credo, il punto”.

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