Femminicidi, la lettera di Luciana Littizzetto allo Stato: le forti parole – VIDEO

D’anni spalla a volte scomoda e incontrollata di Fabio Fazio a Che Tempo che fa Luciana Littizzetto non manca di condannare alcuni comportamenti di personaggi pubblici soprattutto quelli rappresentativi della politica. In occasione della giornata contro la violenza sulle donne dove si è posto l’accento sui numerosi femminicidi che si verificano nel nostro paese l’artista ha letto una lettera scritta di suo pungo e diretta alle ai 622 deputati e deputate non presenti al discorso della ministra Bonetti svolto la scorsa settimana.

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Luciana Littizzetto: “La giustizia è lenta ma la violenza è molto veloce”

Dichiarazioni quelle della Littizzetto che sottolineano l’esigenza d’avere maggiore attenzione da parte degli organi decisionali su argomenti d’estrema attualità come la violenza contro le donne ma soprattutto da sempre in primo piano: “Il femminicidio, caro Stato, non è quasi mai un evento imprevedibile. Per questo le donne quando denunciano devono essere credute e protette da subito: perché mentre la giustizie è lenta la violenza è molto molto veloce” ha così esordito la Littizzetto.

La comica ha sottolineato quanto cose buone il governo ha fatto in questi mesi d’emergenza sanitaria ma ha poi ricordato la piaga del femminicidio e con quanta facilità ancora tantissime donne muoiono a causa di compagni, mariti e anche padri violenti: “Caro Stato tu fai cose bellissime, come la campagna vaccinale, il bonus bebè, i posti auto per i disabili, ma c’è una cosa su cui dovresti impegnarti di più: sai quante sono le donne in Italia?”

https://twitter.com/chetempochefa/status/1465069088619864072

Luciana Littizzetto: “Si chiama femminicidio”

Le donne denunciano, chiedono aiuto e fanno il primo passo ma non possono salvarsi da sole: “Tantissime di loro ogni giorno sono spesso calpestate, picchiate, martoriate e uccise dal compagno violento. Loro possono fare il primo passo denunciando ma poi non puoi dare a loro la responsabilità di salvarsi, a salvarle devi essere tu, Stato mio”. Le dichiarazioni della Littizzetto allarmano e pongono l’accento su una presunta distrazione dello Stato nei confronti di una piaga che va affrontata in modo diretto.

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Le donne maltrattate che subiscono violenze quando trovano il coraggio di denunciare non sentono d’avere lo Stato dalla loro parte e spesso il carnefice riesce a raggiungere la sua vittima scegliendo per lei il più tragico dei destini.

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