“I giudici hanno confermato che difendere l’Italia non è reato”. Così Matteo Salvini dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza Open Arms.
Secondo il leader della Lega i magistrati avrebbero rilevato “l’ostinazione e l’arroganza di Open Arms che ha fatto di tutto per venire in Italia, scartando tutte le altre alternative che erano più logiche e naturali”.
Bisogna ricordare che i giudici del Tribunale di Palermo hanno assolto Salvini il 20 dicembre scorso in quanto “il fatto non sussiste”. La vicenda risale all’agosto del 2018. In quei giorni la nave Open Arms soccorse 147 migranti nel Mediterraneo centrale, chiedendo l’autorizzazione a sbarcare nel porto di Lampedusa. Salvini, all’epoca Ministro dell’Interno, impedì all’imbarcazione della ong di entrare nelle acque italiane.
A dicembre 2024 l’attuale vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti fu assolto dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La Procura palermitana, che ora sta valutando un eventuale ricorso, aveva chiesto per lui 6 anni di reclusione.
Open Arms, i giudici: la Spagna era tenuta a tutelare i diritti delle persone a bordo, non l’Italia
Nelle motivazioni scritte dai giudici della II sezione penale presieduta da Roberto Murgia (giudici estensori Elisabetta Villa e Andrea Innocenti) si legge che lo Stato italiano non aveva l’obbligo di fornire il cosiddetto Porto sicuro (Pos) alla nave Open Arms.
La Spagna, e non l’Italia, era tenuta a tutelare i diritti delle persone a bordo. E, dunque, in linea di principio, anche a fornire l’approdo in un Place of safety. La chiamata in causa del nostro Paese fu dunque artificiosa. Il centro di coordinamento e soccorso marittimo della Spagna aveva effettivamente “operato, sin da subito, un sia pur minimo coordinamento da primo contatto, quale quello diretto a orientare la nave.
Gli spagnoli misero quindi in contatto l’imbarcazione con le autorità competenti di Malta e Tunisia, che però declinarono la propria responsabilità. Poi il Paese iberico dopo diversi giorni concesse il Pos, esortando la barca a recarsi ad Algeciras e poi nel più vicino porto spagnolo rispetto alla sua posizione, Maiorca, non potendo più disconoscere la propria giuridica competenza sull’evento.
Per il Tribunale, insomma, l’obbligo di tutelare i migranti, fatti sbarcare al termine di un braccio di ferro solo dopo l’intervento dei pm di Agrigento, lo aveva la Spagna. “La soddisfazione – ha commentato oggi Salvini – per la decisione dei giudici di Palermo non cancella l’amarezza per un processo lungo e che è costato migliaia di euro ai contribuenti italiani. È il risultato dell’odio politico della sinistra contro di me“.