In attesa di conoscere quale sarà la valutazione che Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, farà delle dichiarazioni di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna dopo l’incontro con lui che si terrà in giornata, lui intanto si scusa su Facebook. Notizie.com ha invece intercettato in esclusiva, l’opinione di Alessandro Cattaneo, vice-coordinatore e deputato di Forza Italia sul caso che ha diviso la politica
Quando Notizie.com chiama al telefono il vice-coordinatore e deputato di Forza Italia Alessandro Cattaneo, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha parlato da qualche ora con i cronisti dello spinoso caso del suo responsabile della comunicazione istituzionale. Rocca in giornata incontrerà Marcello De Angelis dopo i 2 post pubblicati su Facebook, sulle proprie idee a proposito della strage di Bologna.
“Meloni non è ovviamente felice”, deve ammettere il numero uno del Lazio. Quindi a questo punto l’attesa è tutta per il vertice a due e la “valutazione” che ne verrà fuori. Ma poco le 15 del pomeriggio, mentre ci apprestiamo a riportare le dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni dell’onorevole Cattaneo, ecco che un nuovo post di De Angelis, irrompe in cronaca.
Strage Bologna, De Angelis si scusa fu Facebook. Cattaneo (FI) a Notizie.com: “Sue dimissioni? Deciderà Rocca. Noi non le chiediamo”
De Angelis si scusa poi chiarisce: “Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli – e sono tanti, a partire dalle persone a me piu’ vicine – a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili. Nel ribadire il mio rispetto per la magistratura composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto a una verita’ piu’ completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate. Ho appreso che l’attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l’attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze gia’ emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri. Ribadisco le mie profonde scuse –conclude – nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire puo’ avere sugli altri. Viviamo per fortuna in una societa’ civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti”.
Le scuse, realmente sentite o di mera opportunità, sono agli atti. E non sta al cronista esprimere un’opinione, ma una domanda sorge spontanea: saranno sufficienti a far rientrare il caso politico, “tutto interno alla destra”? Come è pensiero dell’onorevole Alessandro Cattaneo, critico sul tema, ma che insieme al suo partito non ha chiesto le dimissioni del capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio.
Onorevole Cattaneo, intanto mi dica che idea si è fatto sul caso De Angelis…
“Che è un tema che appassiona fino ad un certo punto me e gli italiani, che preferirei parlare di infrastrutture e di defiscalizzazione, ma mi rendo conto che sia di grande attualità quindi ovviamente le risponderò. Per chi ha delle responsabilità, come in questo caso il portavoce della Regione Lazio, occorre avere cautela nelle proprie esternazioni. Confido che Rocca, insieme al suo collaboratore, decidano insieme cosa sia meglio fare. Resta un’uscita poco opportuna quella di Marcello De Angelis, che arriva per altro a meno di una settimana dalle celebrazioni al Senato come alla Camera del triste anniversario della strage di Bologna. Aggiungo, sono state dichiarazioni su una sentenza definitiva. Può essere fatto revisionismo storico, ma le sentenze vanno rispettate”.
Resta una vicenda che ha imbarazzato il governo e il premier Meloni, per stessa ammissione di Francesco Rocca.
“Questo andrebbe chiesto direttamente a Meloni, io continuo a dire che mi sembra un tema lontano dai reali problemi delle persone. Un tema che non è utile da portare avanti”.
Il Pd ha chiesto le dimissioni di De Angelis, Forza Italia no. Restate di questo parere, nonostante abbiate espresso, come sta facendo ora lei con noi, una distanza da quelle parole?
“Sì, e confermo che spetta a Rocca decidere sulla base del rapporto esistente col proprio collaboratore”.
Sansonetti oggi ci ha detto, e lo aveva espresso anche in un suo editoriale, che è paradosso fascista chiedere le dimissioni di una persona solo perchè ha espresso la propria idea. Cosa ne pensa?
“Che Sansonetti mette il dito nella piaga della sinistra, che troppo spesso si fa paladina di valori democratici, per ergersi a colei che da sola è in grado di discernere il bene dal male. Su questo Sansonetti ha ragione, nell’ammonire questa tipica invettiva della sinistra. Mi consenta una puntualizzazione: resta l’opinione (quella di De Angelis) rispetto ad una sentenza, espressa da chi ricopre un determinato incarico. Non si può dire qualunque cosa e per di più in maniera scomposta. E chiudo dicendo, che mi sembra una polemica dentro al mondo della destra, che guardo con rispetto, ma che è distante dalle mie idee e dal mio mondo”.
Caso De Angelis, Gasparri a Notizie.com: “I miei collaboratori non si comportano da protagonisti”
Quando stiamo per impaginare l’intervista all’onorevole Cattaneo, squilla il telefono. Il senatore Maurizio Gasparri richiama. Era stato cercato per le medesime motivazioni. Una domanda, gliela vogliamo però fare, visto che Gasparri ci dice, come Cattaneo, che questa è una rogna di cui deve occuparsi Rocca. “Ma senatore se fosse capitato a lei che uno dei suoi assistenti o collaboratori avesse agito in questo modo, lei cosa avrebbe fatto?”. Risposta del coordinatore romano di Forza Italia: “I miei collaboratori fanno quello che devono fare e non si comportano da protagonisti”.
Più chiaro di così non potava essere. Alla Maurizio Gasparri, appunto.