Dopo dieci anni dalla vicenda che ha coinvolti i due marinai e un caso diplomatico tra India e Italia se ne ritorna a parlare
Una vicenda che non ha mai fine, si direbbe. Dopo dieci anni, ancora è aperta la questione dei due marò, il caso diplomatico che fece litigare e mise in crisi i rapporti di Italia e India. “Io credo una simile azione sarebbe la risposta a quanto da noi sempre auspicato perché, dopo dieci anni e diversi appelli affinché venisse fatta chiarezza, abbiamo sempre trovato davanti a noi muri di gomma prima a causa di una situazione internazionale difficile, nelle more della quale non si potevano alterare gli equilibri, successivamente, nella fase conclusiva, disinteresse ed ostacoli nel voler analizzare la vicenda da parte della politica e delle istituzioni militari che parevano aver visto nella conclusione della vicenda un atto liberatorio di quello che sembrava solo un problema ereditato e non un gravissimo evento vissuto dalla nostra nazione da dover chiarire ed approfondire“.
Lo afferma all’Adnkronos Paola Moschetti, moglie di Massimiliano Latorre, sul disegno di legge presentato dal deputato FdI Edmondo Cirielli per l’“Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condotta delle autorità nazionali nella vicenda relativa ai fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone“.
I fatti e la cronaca che fecero scoppiare il caso diplomatico tra Italia e India
“Con un’azione simile probabilmente si potrebbe venire a capo di quanto accaduto e credo che sia un dovere civico e morale ed un atto dovuto – spiega il deputato Moschetti – non solo nei confronti dei protagonisti della vicenda, ma nei confronti di tutto il mondo militare e di tutti i cittadini italiani che hanno vissuto con noi una brutta pagina della storia del nostro Paese”.
Una vicenda che è ancora viva e nei ricordi di tanti italiani che vissero quei momenti con trepidazione. La vicenda dei due marò infatti non ha ancora trovato una conclusione degna di nota dai fatti che li hanno visti coinvolti. Questa storia che ha provocato un vero e proprio terremoto diplomatico tra India e Italia risale al 15 febbraio 2012, quando due pescatori indiani, Valentine Jalstine e Ajesh Binki, furono freddati mentre lavoravano sul loro piccolo peschereccio, uccisi a colpi di arma da fuoco al largo delle coste del Kerala, in India. I due fucilieri italiani, a bordo della petroliera Enrica Lexie, furono successivamente riconosciuti dai pescatori superstiti come coloro che avrebbero sparato ai loro compagni, e quindi furono messi sotto processo davanti al tribunale indiano con l’accusa di duplice omicidio. Da lì ci furono tanti interventi e alla fine si risolse in una presa di posizione e d’atto di entrambi i paesi, ma in un certo senso la ferita da parte delle famiglie soprattutto è ancora presente. E reale.