L’Italia è chiamata a trasformare un vanto identitario in un impegno concreto di tutela, educazione alimentare e difesa delle filiere autentiche.
“La cucina italiana è un modello vincente anche come stile di vita e ora potrà ricevere nuovo impulso. C’è infatti bisogno di una vasta campagna di sensibilizzazione e di educazione”. 
A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop, in merito al riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Nel mondo esistono numerose cucine di eccellenza, espressione di culture millenarie. Ma la cucina italiana per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, si distingue per la straordinaria varietà e molteplicità dei piatti.
È la prima volta che l’Unesco premia una tradizione culinaria nella sua globalità, superando l’approccio adottato in passato, incentrato su singole pratiche o tecniche. Gli ingredienti, di qualità eccellente, provengono da un territorio ricco e variegato, che si estende dal mar Mediterraneo alle Alpi. Grazie alla sua versatilità, centrata ad esempio sulla pasta, l’Italia ha saputo creare un ponte gastronomico universale, adattando i suoi piatti a contesti e culture diversi.
Cosa significa entrare a far parte della lista Unesco?
Ma cosa significa entrare a far parte della lista Unesco? L’Agenzia Onu da un lato si impegna a tutelare i saperi tradizionali, le tecniche artigianali, i territori e le filiere locali. Lo Stato, dal canto suo, deve formalmente proteggere, preservando il valore culturale insito nel cibo, valorizzare e tramandare la cucina italiana. L’iscrizione, insomma, è tutt’altro che un atto simbolico. Il riconoscimento internazionale ha effetti culturali, economici e strategici.
“Si tratta del giusto riconoscimento a un sistema fondato su identità e tradizione. – ha continuato Raimondo – Ma il gruppo tra i 25 e i 44 anni è quello che cucina sempre meno, ricorre più frequentemente al delivery e ordina il 24% dei piatti pronti, in base al rapporto sulla cucina italiana. Il nostro Consorzio ha sostenuto questo traguardo. E continuerà ancora più intensamente a valorizzare la cucina italiana. Puntando ovviamente sulla straordinaria versatilità di una sua eccellenza, la mozzarella di bufala campana dop”. 
Il nostro Paese è chiamato ora a sviluppare progetti, programmi educativi e campagne per la promozione della dieta mediterranea, la sostenibilità e la lotta allo spreco. Dovranno essere sostenuti piccoli produttori e artigiani, e promosse filiere territoriali genuine contro l’omologazione industriale. Il riconoscimento Unesco di fatto non è un diritto esclusivo sui piatti, ma si traduce in un maggior peso diplomatico nella lotta ai prodotti fake, all’italian sounding, alle contraffazioni.
L’impatto sul turismo e sull’immagine è una diretta conseguenza in termini di promozione, valorizzazione e del rafforzamento del brand Italia nel mondo. Secondo il Foodservice Market Monitor 2025 di Deloitte, la cucina italiana genera nel mondo un valore complessivo di 251 miliardi di euro, rappresentando il 19% del mercato globale dei ristoranti con servizio al tavolo.
Salgono a 20 gli elementi italiani iscritti nella lista del Patrimonio immateriale
Con l’ingresso della cucina italiana, salgono a 20 gli elementi italiani iscritti nella lista del Patrimonio immateriale, che comprende circa 800 aspetti in 150 Paesi. Tra i precedenti riconoscimenti Unesco già attribuiti all’Italia figurano la Dieta mediterranea, la Vite ad alberello di Pantelleria. E poi l’Arte del pizzaiuolo napoletano (2017) e la Cerca e cavatura del tartufo. Finora l’Unesco non aveva iscritto cucine nazionali intere come patrimonio.
Circa 50 pratiche culinarie tradizionali sono iscritte nelle liste Unesco. Di queste, otto sono riconosciute come multinazionali, cioè condivise da più Paesi. Tra di esse la stessa Dieta mediterranea, condivisa da Italia, Grecia, Spagna e Marocco. La proclamazione della cucina italiana è frutto della decisione finale del Comitato intergovernativo Unesco composto da 24 Paesi, membri del Comitato, che si sono espressi a favore.
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Tutto è iniziato il 23 marzo 2023, quando il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Ministero della Cultura hanno lanciato la candidatura. Il 1 luglio 2023 è avvenuta la presentazione ufficiale sul veliero Amerigo Vespucci, in occasione della partenza del Tour mondiale Vespucci e Villaggio Italia (2023-2025). Il 4 agosto 2023 poi la presentazione ufficiale del logo della candidatura al Parco archeologico di Pompei.
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Il 14 dicembre 2023 si è svolta la conferenza Italian space food, con la presentazione del progetto che ha portato la pasta nello spazio con la missione Axiom 3, come simbolo di innovazione e tradizione. Nel 2024 e nel 2025 la candidatura è stata promossa in importanti contesti sportivi come il Concorso ippico di Piazza di Siena, la Ryder Cup, il Giro d’Italia. Il 10 giugno 2025 Gran finale del Tour Vespucci a Genova. Il 29 giugno 2025 evento internazionale a New York, con proiezione a Times Square ed evento al Gotham Hall.
“Siamo i primi al mondo ad ottenere questo riconoscimento, che onora quello che siamo e la nostra identità. – ha dichiarato la premier Giorgia Meloni – Perché per noi italiani la cucina non è solo cibo o un insieme di ricette. È molto di più: è cultura, tradizione, lavoro, ricchezza”.





